Disordini e fughe dal carcere di Torino: sei agenti feriti e un tentativo di evasione

Disordini e fughe dal carcere di Torino: sei agenti feriti e un tentativo di evasione

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Disordini e fughe dal carcere di Torino: sei agenti feriti e un tentativo di evasione - Gaeta.it

Nell’Istituto Penitenziario di Torino, sei agenti di polizia penitenziaria sono rimasti coinvolti in una serie di disordini che hanno avuto luogo il 15 agosto. Gli incidenti, che hanno comportato ferimenti, intossicazioni e danneggiamenti di beni, mettono in evidenza le problematiche legate alla sicurezza all’interno delle carceri italiane. Questo articolo analizza gli eventi accaduti, le conseguenze per il personale di polizia e le misure previste per affrontare la situazione.

L’origine dei disordini nel carcere di Torino

Fasi iniziali degli eventi

Il giorno di Ferragosto, nel pomeriggio, sono scoppiati i primi disordini all’interno del carcere di Torino, precisamente nel terzo piano del padiglione B. Secondo quanto riportato da fonti ufficiali, una zuffa tra una decina di detenuti ha fatto scaturire una serie di eventi caotici. I reclusi hanno rifiutato di rientrare nelle proprie celle, culminando con un incendio voluto da uno di loro, che ha dato fuoco a un materasso. Contestualmente, nel padiglione C, è partita una protesta che ha amplificato la situazione, spingendo i detenuti a danneggiare suppellettili e a devastare le aree comuni.

L’escalation della violenza

Man mano che la situazione si aggravava, al terzo piano i detenuti non solo si sono rifiutati di tornare in cella, ma hanno anche inflitto danni ai neon di illuminazione e al sistema di sorveglianza video. Al secondo piano, i materassi e diversi oggetti sono stati incendiati, mentre al primo piano, i detenuti hanno sparso olio da cucina sul pavimento per ostacolare l’intervento della polizia. La gravità della situazione ha richiesto il richiamo del personale libero dal servizio e l’invio di rinforzi da altri istituti penitenziari piemontesi per gestire il caos.

Il tentativo di evasione durante i disordini

Un episodio di fuga

Durante i disordini, un detenuto di 25 anni, di origini marocchine, ha tentato di evadere approfittando della confusione generale. L’uomo si è arrampicato sul muro del cortile con l’intento di scappare. Il tentativo, però, è stato prontamente sventato grazie all’attivazione immediata dell’allerta, che ha permesso al personale penitenziario di rintracciarlo efficacemente prima che riuscisse a superare il muro di cinta.

Dichiarazioni dai sindacati

Vicente Santilli, segretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, ha elogiato il personale, sottolineando l’efficienza e la professionalità dimostrata nel gestire una situazione così critica. Questa situazione ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza e alla capacità di gestire tensioni simili in futuro, evidenziando la necessità di rafforzare le misure di sicurezza.

Incidenti nel carcere di Biella

Ferimenti di agenti durante una lite

Un altro recente episodio di violenza è avvenuto nel carcere di Biella, dove due agenti di polizia penitenziaria sono stati feriti durante un diverbio tra detenuti. Uno degli agenti è stato colpito con uno sgabello, mentre il suo collega ha ricevuto pugni al volto e alla spalla. Entrambi sono stati accompagnati presso l’ospedale locale per ricevere le cure necessarie.

Le richieste dei sindacati

Donato Capece, segretario generale del sindacato Sappe, ha denunciato che questi eventi destabilizzano l’ordine e la serenità del personale nelle carceri. Ha evidenziato l’urgenza di adottare misure di sicurezza rafforzate, come la fornitura di taser e altri strumenti difensivi, per proteggere gli agenti da attacchi violenti da parte di detenuti.

Misure alternative al carcere: la proposta del ministero della giustizia

Domiciliari e affido in prova

A fronte delle difficoltà legate al sovraffollamento carcerario, il ministero della Giustizia sta considerando l’introduzione di misure alternative al carcere. Queste potrebbero includere l’accesso ai domiciliari o l’affidamento in prova per detenuti condannati per reati non ostativi. La proposta mira a ridurre la pressione sulle strutture penitenziarie, del cui sovraffollamento si parla oramai da tempo.

Obiettivi delle nuove misure

Secondo quanto emerso da fonti vicine al governo, l’obiettivo principale sarebbe quello di abbassare il numero di detenuti, riducendo così il sovraffollamento di migliaia di posti nelle carceri italiane. Questa questione è stata già discussa in occasioni precedenti tra il ministro della Giustizia e i garanti dei detenuti, portando a un dibattito su come gestire in modo più efficiente il sistema carcerario italiano.

Ultimo aggiornamento il 16 Agosto 2024 da Laura Rossi

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