Le malattie come la celiachia e l’allergia al frumento sono frequentemente confuse, suscitando preoccupazione tra i pazienti e le loro famiglie. La comunicazione adeguata su queste patologie è fondamentale, data la loro gravità e le possibili complicanze. La recente iniziativa di AIC – Associazione Italiana Celiachia, affiancata da Food Allergy Italia APS, mira proprio a fare chiarezza su sintomi e cause di queste due condizioni, oltre a richiedere misure più severe per la regolazione dell’etichettatura alimentare.
Differenza tra celiachia e allergia al frumento
La celiachia è una malattia autoimmune che causa una risposta infiammatoria nell’intestino tenue in seguito all’ingestione di glutine. Questa reazione può manifestarsi con una gamma di sintomi, che variano dalla diarrea e dal dimagrimento a problematiche extra-intestinali, come mal di testa e affaticamento. Secondo il Ministero della Salute, nel 2023 in Italia si stimano circa 265.102 persone celiache. Tuttavia, ricerche più ampie suggeriscono che oltre l’1% della popolazione potrebbe essere affetta da questa condizione, portando a una stima di quasi 400.000 casi non diagnosticati.
Al contrario, l’allergia al frumento coinvolge meccanismi immunitari diversi, con reazioni che possono includere eruzioni cutanee e, nei casi più gravi, shock anafilattico. A differenza della celiachia, che richiede l’ingestione di glutine per sviluppare i sintomi, l’allergia può scatenarsi anche attraverso il contatto con polvere di frumento o sostanze aeree. Questa distinzione è critica per una corretta gestione delle due patologie e per garantire il benessere dei pazienti.
Necessità di una regolamentazione chiara per le etichette alimentari
Un elemento cruciale nell’approccio alla celiachia e all’allergia al frumento è la questione dell’etichettatura degli alimenti. AIC e Food Allergy Italia APS hanno lanciato un appello alle istituzioni per stabilire regole chiare riguardanti le etichette alimentari e le scritte precauzionali. La scritta “può contenere…” non offre sufficiente chiarezza e sicurezza ai consumatori, lasciando spazio a interpretazioni errate e potenzialmente pericolose.
Per i celiaci, un prodotto deve contenere una quantità di glutine non superiore ai 20 ppm per essere considerato “senza glutine“. D’altra parte, per chi è allergico al frumento, circa il 95% dei pazienti può tollerare un’assunzione fino a 5 mg di proteine di frumento. Queste differenze rendono evidente come l’etichetta alimentare debba fornire informazioni precise per proteggere adeguatamente i consumatori.
Raccomandazioni per la gestione della dieta
Alla luce della confusione esistente, AIC e Food Allergy Italia APS hanno redatto raccomandazioni utili per i pazienti. Per i celiaci, è fondamentale cercare prodotti con la dicitura “senza glutine“, che assicura il rispetto della soglia di glutine consentita. Tuttavia, è importante notare che questo termine non è destinato a chi ha allergie al frumento, il che potrebbe generare confusione.
Dall’altro lato, Food Allergy Italia APS suggerisce di esaminare sempre le etichette e di consultare un allergologo per un adeguato monitoraggio della dieta. L’assunzione di prodotti con etichettatura precauzionale dovrebbe essere effettuata solo dopo una valutazione accurata dei rischi allergenici. È chiaro che una comunicazione diretta e chiara è vitale per proteggere la salute di tutti i pazienti che convivono con queste condizioni.
A livello istituzionale, il miglioramento della legislazione sull’etichetta alimentare può fare la differenza. AIC e Food Allergy Italia APS sono attivamente impegnate con le organizzazioni europee per promuovere normative condivise che possano aiutare a risolvere queste problematiche e garantire a tutti i pazienti un’alimentazione sicura e consapevole.