Divieto di nuove autorizzazioni NCC: la sentenza della Corte Costituzionale

Divieto di nuove autorizzazioni NCC: la sentenza della Corte Costituzionale

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DIVIETO DI NUOVE AUTORIZZAZIONI NCC: LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE - Gaeta.it Fonte foto: www.ansa.it

La Corte costituzionale ha emesso la sentenza n.137 riguardante il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni per il servizio di noleggio con conducente fino alla piena operatività del registro informatico nazionale delle imprese titolari di licenza taxi e di autorizzazione Ncc. Questo divieto, in vigore per oltre cinque anni, è stato considerato dannoso per l’incremento dell’offerta di autoservizi pubblici non di linea.

LA DECISIONE DELLA CORTE COSTITUZIONALE

La sentenza ha dichiarato illegittimo l’articolo 10-bis, comma 6, del decreto-legge n. 135 del 2018. La Corte ha evidenziato come il blocco all’ingresso di nuovi operatori nel mercato del Ncc fosse dovuto alla configurazione della disposizione legislativa in questione.

LE IMPLICAZIONI DELLA SENTENZA

L’Autorità garante delle concorrenza e del mercato aveva già espresso preoccupazione riguardo all’ampliamento dell’offerta dei servizi pubblici non di linea per far fronte alla domanda insoddisfatta, specialmente nelle aree metropolitane. La mancanza di effettiva libertà di circolazione, causata dalla carenza nell’offerta di trasporto, ha compromesso non solo il benessere dei consumatori ma anche diritti costituzionali e lo sviluppo economico del Paese.

L’ANALISI DELLA CONSULTA E LE CONSEGUENZE

La Consulta ha evidenziato che il rinvio della piena operatività del registro informatico, attraverso successivi decreti e sospensioni, ha permesso di mantenere il blocco all’ingresso di nuovi operatori nel settore. Questo ha causato un grave pregiudizio all’interesse della cittadinanza e della collettività, evidenziando una carenza critica nell’offerta di servizi di autotrasporto non di linea in Italia rispetto ad altri Paesi europei.

LA VISIONE DELLA SENTENZA E LE IMPLICAZIONI

La sentenza ha sottolineato l’importanza di garantire l’effettività della libertà di circolazione e di soddisfare i bisogni di mobilità della popolazione, specialmente nelle aree metropolitane. La norma censurata ha avuto un impatto negativo sproporzionato sull’interesse generale, minando non solo il benessere dei consumatori ma anche aspetti più ampi legati ai diritti costituzionali e allo sviluppo economico del Paese.

  • Laura Rossi

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