Donald Trump critica la scelta di Kamala Harris: "Un insulto agli ebrei non scegliere Shapiro"

Donald Trump critica la scelta di Kamala Harris: “Un insulto agli ebrei non scegliere Shapiro”

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Donald Trump critica la scelta di Kamala Harris: "Un insulto agli ebrei non scegliere Shapiro" - Gaeta.it

L’abilità di Donald Trump di scuotere la scena politica statunitense è ben documentata. Nella sua recente intervista a Fox and Friends, il tycoon ha lanciato un affondo diretto alla vice presidente Kamala Harris, criticando la sua decisione di nominare Tim Walz come compagno di squadra. Le sue dichiarazioni, ricche di polemica e animosità, hanno riacceso il dibattito sui temi controversi della politica democratica, in particolare per quanto riguarda le questioni legate a Israele.

Le accuse di Trump verso Walz e Harris

Durante la conversazione, Trump ha descritto Walz come un politico estremamente progressista, equiparandolo a figure storiche del socialismo come Bernie Sanders. Lo tagline del tycoon è stato chiaro: “Questo è un ticket che vorrebbe vedere questo Paese diventare immediatamente comunista.” Attraverso questo commento, Trump intendeva aprire un dibattito sul futuro politico degli Stati Uniti, insinuando che le politiche progressive di Walz rappresentassero una minaccia per il sistema democratico.

Trump ha poi condiviso un aneddoto per cercare di umanizzare la propria immagine, rivelando che nel 2020, durante le manifestazioni che hanno seguito l’assassinio di George Floyd, avrebbe aiutato Walz a gestire la situazione presso la sua residenza, quando sostenitori del MAGA e bandiere americane circondarono l’abitazione. Secondo Trump, Walz lo chiamò in cerca di supporto per rassicurare i manifestanti. Questa azione, sebbene descritta come una forma di cooperazione, suggerisce anche un retrogusto di opportunismo politico.

La polemica riguardo a Shapiro

Un’altra critica piuttosto netta rivolta da Trump è stata verso la scelta di Harris di non scegliere Josh Shapiro, il governatore della Pennsylvania, come compagno di ticket. Trump ha descritto questa decisione come un “insulto verso gli ebrei” e ha affermato che Shapiro sarebbe stata una scelta più opportuna, accusando la sinistra democratica di opporsi a lui per le sue posizioni su Israele. L’ex presidente ha infiammato ulteriormente il dibattito affermando che “qualsiasi persona ebrea che vota per i democratici si dovrebbe far controllare la testa,” una dichiarazione che ha generato immediatamente reazioni nel mondo politico e oltre.

Con queste parole, Trump ha cercato di posizionarsi come un difensore della comunità ebraica contro le politiche democratiche, tentando di attrarre elettori dell’elettorato ebraico a favore del partito repubblicano. La strategia appare mirata a sottrarre consensi ai democratici, incoraggiando una riflessione profonda sulla rappresentanza e sulla fiducia nel governo da parte di specifiche comunità.

Un dibattito imminente con Kamala Harris

Nel suo attacco a Harris, Trump ha anticipato un futuro dibattito, sostenendo che nonostante percepisca la vice presidente come una “persona cattiva,” non è particolarmente abile nei dibattiti. Utilizzando una terminologia provocatoria, Trump ha riutilizzato il termine “nasty,” che ha già usato in precedenza contro avversarie come Hillary Clinton e Nancy Pelosi. Questo approccio denota un chiaro tentativo di incanalare la narrazione pubblica contro di lei e cercare di metterla in difficoltà in un confronto faccia a faccia.

Trump ha inoltre dichiarato di essere favorevole a un dibattito su Fox News, esprimendo il desiderio di chiarire le sue posizioni e smascherare la vice presidente. Ha anche messo in discussione l’accordo preso durante il mandato di Joe Biden riguardo la programmazione del dibattito, suggerendo che è lui a voler ridefinire i termini. La proposta di un dibattito il 4 settembre in Pennsylvania, però, non ha ricevuto l’approvazione da parte del team di Harris, il quale accusa Trump di aver tergiversato.

L’attesa per questi dibattiti, quindi, continua a crescere e si promette di essere un momento cruciale nella corsa elettorale, contribuendo a definire le narrative politiche di entrambi i partiti. Trump, da parte sua, punta a sfruttare ogni occasione per mettere a nudo le debolezze della rivale, aprendo un canale di comunicazione diretto con l’elettorato repubblicano e non solo.

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