Donald Trump rilancia attacchi contro la Fed mentre mercati americani risentono delle tensioni geopolitiche e dati economici

Donald Trump rilancia attacchi contro la Fed mentre mercati americani risentono delle tensioni geopolitiche e dati economici

Trump critica la Federal Reserve per i tassi elevati, mentre tensioni geopolitiche e dati economici deboli scuotono Wall Street, con calo del dollaro e crescita di oro e Bitcoin.
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Donald Trump critica la Federal Reserve per la politica sui tassi d’interesse, mentre tensioni geopolitiche e dati economici deboli scuotono Wall Street, con calo del dollaro e crescita di oro e Bitcoin. - Gaeta.it

La Federal Reserve si trova nuovamente nel mirino delle critiche di Donald Trump, a poche settimane dalla riunione chiave del 6-7 maggio chiamata a decidere sulla politica dei tassi d’interesse. Nel frattempo le tensioni tra Stati Uniti, Cina e mercati finanziari si accentuano, dando un tono agitato all’avvio della settimana a Wall Street. Il calo del dollaro e l’ascesa di oro e Bitcoin amplificano le dinamiche di un quadro economico in rapido mutamento.

lo scontro tra Donald Trump e la Federal Reserve

Donald Trump ha rinnovato le sue accuse contro Jerome Powell e la Fed, puntando il dito contro una strategia che ritiene tardiva e dannosa per l’economia americana. Il tycoon ha sottolineato come il calo marcato dei costi energetici e il calo dei prezzi dei generi alimentari, compresi quelli etichettati “disastro delle uova di Biden”, porterebbero a un’inflazione praticamente assente. Partendo da questa analisi, Trump considera ingiustificato il mantenimento di tassi d’interesse elevati e sostiene che un taglio tempestivo da parte della Banca centrale potrebbe evitare un rallentamento dell’economia.

L’ex presidente ha anche attaccato Powell ricordando che l’Europa ha già ridotto i tassi sette volte, mentre la Fed è stata “sempre troppo tardi”, fatta eccezione per il periodo delle elezioni presidenziali del 2020, quando Powell avrebbe agito per favorire Joe Biden. Questa polemica si innesta in un clima teso, con il presidente Biden che si trova a gestire pressioni sia dal fronte interno sia da quello esterno.

elemento chiave dello scontro

Il rilancio delle critiche di Trump sottolinea la crescente tensione politica che potrebbe influire sulle decisioni della Federal Reserve nelle settimane a venire.

il mercato azionario americano in difficoltà

L’impatto dello scontro tra Fed e Casa Bianca si è visto chiaramente sul mercato azionario di Wall Street, dove l’apertura della settimana è stata caratterizzata da un’ampia ondata di vendite. I tre principali indici, Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq, hanno perso circa il 3% nei primi minuti di contrattazioni.

Tra i titoli più colpiti spiccano Boeing e Tesla. Boeing è finita al centro del braccio di ferro sui dazi con la Cina. Fonti come Fox News hanno riportato che da parte del governo americano è arrivato un ordine a vietare le consegne di velivoli prodotti dal gruppo alle compagnie aeree cinesi. Quest’ultime, secondo la stessa fonte, avrebbero già iniziato a restituire due Boeing 737 prodotti nel centro di Zhoushan, in Cina. Questa situazione potrebbe aprire nuove opportunità per l’India, che ha mostrato interesse per l’acquisto degli aerei statunitensi non più accettati dalla Cina.

Tesla, invece, ha subito un calo del 7% in vista della pubblicazione dei risultati del primo trimestre 2025. Gli investitori temono un ridimensionamento degli utili rispetto allo scorso anno. Il nuovo ruolo di Elon Musk nell’amministrazione Trump ha creato ulteriori incertezze tra i trader.

indicatore economico in calo

A peggiorare il quadro ha contribuito il dato sul superindice economico degli Stati Uniti, che a marzo ha registrato un calo dello 0,7% portandosi a 100,5 punti rispetto a una previsione per un calo più contenuto dello 0,5%. Questo indicatore anticipa una fase di rallentamento, alimentando timori su una possibile ricaduta nel ciclo economico.

i movimenti delle valute e materie prime

Il dollaro americano ha continuato a perdere terreno contro l’euro, raggiungendo i livelli più bassi dallo novembre 2021, con un cambio vicino a 1,154 euro per dollaro. Questo indebolimento del biglietto verde ha contribuito a far salire il prezzo di alcuni asset rifugio.

L’oro, in particolare, ha superato la soglia di 3.000 dollari l’oncia e ha poi proseguito verso quota 3.405 dollari, confermandosi come porto sicuro in momenti di instabilità. Anche il Bitcoin ha mostrato segnali di ripresa nella stessa fase. Dopo un periodo oscillante, la criptovaluta ha superato nuovamente gli 88.000 dollari, per poi stabilizzarsi attorno ai 87.000.

Il mercato del petrolio ha invece proseguito il trend negativo. Il WTI ha ceduto il 2,78% chiudendo a circa 62,23 dollari al barile, mentre il Brent ha lasciato sul terreno oltre il 2,5%, attestandosi su 66,15 dollari. La discesa dei prezzi energetici rimane al centro del dibattito politico ed economico, specie dopo le osservazioni di Trump sull’inflazione.

volatilità e tensioni geopolitiche

Questi movimenti riflettono un contesto di incertezza, dove le tensioni geopolitiche, le dinamiche politiche interne negli Usa e i dati macroeconomici contribuiscono a generare volatilità sui mercati globali. La tensione fra Washington e Pechino, insieme alle aspettative sulla politica monetaria, consuma l’attenzione degli investitori in vista delle prossime mosse della Fed.

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