Donald Trump si prepara al ritiro di Joe Biden: il memo segreto della campagna repubblicana

Donald Trump si prepara al ritiro di Joe Biden: il memo segreto della campagna repubblicana

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Donald Trump si prepara al ritiro di Joe Biden: il memo segreto della campagna repubblicana - Gaeta.it

Un mese prima del controverso dibattito di fine giugno ad Atlanta, la campagna di Donald Trump si era già mossa per prepararsi a uno scenario in cui Joe Biden potesse ritirarsi dalla corsa per la rielezione. Questo è ciò che emerge da un memorandum confidenziale, intitolato “La nomina di un candidato democratico alternativo“, distribuito ai principali membri del team repubblicano a maggio, e recentemente rivelato da Axios e Politico. Un documento che mette in luce le strategie politiche dietro le quinte e le aspettative della campagna di Trump in un clima politico volatile.

Il contenuto del documento riservato

Analisi delle possibili situazioni

Il memo in questione, composto da undici pagine, esplora diverse possibilità che avrebbero potuto condurre a un candidato alternativo a Biden. Tra le opzioni menzionate, si trovano espressioni come “il passo di lato di Biden“, “una ribellione interna” e persino “un atto divino“. La previsione contenuta nel documento recita: “Qualcosa potrebbe succedere e Biden e i democratici non avranno altra scelta che nominare una sostituzione alla convention o in una speciale riunione del DNC“. Un’affermazione che indica la consapevolezza della campagna di Trump circa la vulnerabilità del presidente in un ambiente politico incerto.

Regole del partito democratico e delegati

Inoltre, il memo non si limita a ipotizzare possibili scenari, ma fornisce anche un adeguato approfondimento sulle regole di nomina interna del partito democratico. Queste regole, diverse da quelle repubblicane, permetterebbero ai delegati di esprimere dissenso e di “tradire” il candidato designato. Il documento evidenzia che, in caso di insoddisfazione per la politica dell’amministrazione, come ad esempio quella relativa al conflitto a Gaza, alcuni delegati potrebbero sentirsi legittimati a votare contro Biden, appellandosi alla propria coscienza. Un’analisi che evidenzia la fragilità della posizione di Biden e la possibile opportunità per i repubblicani di sfruttare eventuali fratture all’interno del partito rivale.

L’attacco della campagna di Trump e strategie di opposizione

Preparazione per un nuovo avversario

A ulteriore supporto delle proprie posizioni, la campagna di Trump ha allegato una rassegna stampa contenente articoli che trattano la potenziale uscita di Biden dalla scena politica e l’eventualità di una convenzione democratica aperta. Sin dai primi segnali di indecisione del presidente, il team repubblicano ha cominciato a delineare le linee di attacco per affrontare candidati presidenziali alternativi. In particolare, è stata preparata una campagna pubblicitaria mirata a mettere in luce la vice presidente Kamala Harris, accusandola di inefficacia nella gestione della questione dell’immigrazione.

Sostegno esterno e mobilitazione di risorse

Anche i gruppi pro Trump, come MAGA Inc., il principale super PAC favorevole all’ex presidente, si sono attivati per preparare il terreno in vista di un possibile ritiro di Biden. La notte del dibattito, è stato infatti ordinato a una società specializzata in “opposition research” di raccogliere informazioni su candidati alternativi, tra cui Harris e nomi noti della politica come Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan, Josh Shapiro, governatore della Pennsylvania, e il miliardario Mark Cuban. Questa mobilitazione dimostra l’intensificarsi della concorrenza tra i due schieramenti e l’importanza che la campagna di Trump attribuisce a un’accurata preparazione strategica.

Prospettive future

Infine, la strategia della campagna repubblicana si sta arricchendo di nuovi elementi, con l’intento di sfruttare al massimo ogni debolezza che possa manifestarsi all’interno del partito democratico. Mentre la situazione evolve, i repubblicani continuano a tessere una rete di alleanze e strategie sul campo, pronti a reagire a qualsiasi cambiamento nel panorama politico. La dinamica della corsa presidenziale potrebbe così subire ripercussioni significative in funzione di questi sviluppi, lasciando aperta la strada a nuovi scenari che potrebbero alterare gli equilibri elettorali.

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