La donazione di organi è un atto di straordinaria generosità che può avvenire a qualsiasi età, come dimostra il caso recente di una donna di 93 anni, deceduta all’ospedale di Santorso. Questo evento non solo ha messo in evidenza l’importanza del gesto di donare, ma ha anche aperto nuove possibilità per i pazienti in attesa di trapianto. Il fegato della donna è stato prelevato e impiantato con successo all’Azienda Ospedaliera di Verona, rendendola il donatore più anziano del Veneto e il secondo più anziano in Italia.
Un caso unico di donazione in Veneto
La donazione di organi in età avanzata solleva spesso dubbi e interrogativi. La donna, con il suo gesto, non solo ha dimostrato che i limiti di età non devono essere un ostacolo, ma ha anche aperto la strada a pratiche che potrebbero diventare più comuni in futuro. Questa donazione si inserisce in un contesto dove l’esigenza di organi è spesso superiore all’offerta. Il direttore dell’U.O.C. Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Alto Vicentino, Luigi Ongaro, ha chiarito che non esiste un limite di età per le donazioni di fegato, a differenza di cuore e polmoni. È fondamentale, infatti, che l’organo sia ancora funzionale e, in questo caso, la condizione del fegato della donatrice era particolarmente buona.
Quando la famiglia della donna è stata informata della possibilità di procedere con la donazione, ha accolto la proposta con entusiasmo. Questo gesto altruistico non solo ha rispettato il volere della paziente, ma ha anche dato speranza a chi è in attesa di un trapianto. La legge prevede un iter preciso da seguire, che in questo caso ha comportato il trasferimento della paziente all’unità di rianimazione per preservare le funzionalità dell’organo.
La complessità del processo di donazione
Il caso della donna di 93 anni ha richiesto una grande attenzione da parte dell’équipe medica, che ha dovuto affrontare diverse sfide. “Abbiamo lavorato intensamente per garantire che tutto fosse in ordine,” ha commentato Alessandro Sartori, coordinatore locale per i trapianti. La procedura di prelievo dell’organo ha visto il coinvolgimento di un’équipe di tre specialisti e diverse ore di lavoro, affinché il fegato potesse essere mantenuto nelle migliori condizioni. Questo lavoro è stato reso ancora più complicato dalla necessità di numerosi esami urgenti, richiesti dal centro nazionale trapianti.
Durante l’intero processo, le funzioni vitali della paziente sono state monitorate attentamente. Qualsiasi variazione è stata gestita con prontezza per garantire il successo dell’intervento. L’équipe ha collaborato con altri settori dell’ospedale, come Radiologia e Anatomia Patologica, creando un forte team unito per raggiungere l’obiettivo comune.
Un atto di generosità e competenza
Il giorno del prelievo si è rivelato un momento cruciale non solo per i familiari della donatrice, ma anche per coloro che stavano aspettando un organo compatibile. Come ha sottolineato il Direttore Generale Carlo Bramezza, questa donazione rappresenta una “storia di straordinaria generosità,” che merita rispetto. Le difficoltà affrontate dall’équipe medica sono state numerose, ma il risultato finale ha ripagato tutti gli sforzi impiegati.
La possibilità di poter impiantare un organo da una paziente così anziana non è una pratica comune, ma dimostra l’incredibile professionalità e dedizione del personale sanitario. Progetti simili in Veneto sono stati rari, e casi come quello della donna di 93 anni offrono una nuova speranza per molti pazienti in attesa di trapianto. La nuova vita che l’organo donato ha dato a un altro individuo non solo sottolinea l’importanza della donazione di organi, ma mette in luce il valore delle relazioni umane e del supporto familiare in momenti di difficoltà.
Ultimo aggiornamento il 8 Gennaio 2025 da Sofia Greco