Dopo otto anni di attesa, il Comune di Trieste pronto a riavviare il servizio del tram di Opicina

Dopo otto anni di attesa, il Comune di Trieste pronto a riavviare il servizio del tram di Opicina

Dopo otto anni di attesa il C Dopo otto anni di attesa il C
Dopo otto anni di attesa, il Comune di Trieste pronto a riavviare il servizio del tram di Opicina - Gaeta.it

Il servizio del tram di Opicina, simbolo di prestigio e ingegneria risalente all’inizio del XX secolo, sembra finalmente sulla buona strada per ripartire. Dopotutto, è da otto anni che la linea è ferma, a causa di incidenti e di lunghe discussioni burocratiche. Tuttavia, il percorso verso la ripartenza non è privo di ostacoli, con una crescente tensione tra il Comune di Trieste e il ministero dei Trasporti riguardo a regolamenti e norme necessarie. Il sindaco Roberto Dipiazza ha manifestato il suo disappunto e la sua determinazione, dichiarando l’intenzione di rivolgersi alla Procura per far luce sulla situazione.

La storicità del tram di Opicina

Un trionfo dell’ingegneria del XX secolo

Inaugurato nel 1902, il tram di Opicina rappresenta un’importante conquista dell’ingegneria triennale. Caratterizzata da un tratto che presenta una pendenza del 26%, questa linea è unica in Europa e continua a essere motivo di orgoglio per i triestini. Nonostante il suo fascino intramontabile, il tram ha una storia segnata da incidenti e difficoltà. Già dall’inizio del servizio, il tram ha vissuto varie problematiche, tanto che i cittadini scherzosamente sostengono che “xe nato disgrazià”. Nonostante gli episodi negativi, il tram ha continuato a rappresentare un’importante risorsa per la mobilità nella zona del Carso.

Gli incidenti e il blocco del servizio

L’ultimo significativo incidente avvenne il 16 agosto 2016, quando due vetture si scontrarono anche a bassa velocità, causando danni e ferendo otto persone. Dalla data di quel fatidico evento, il servizio non è mai ripartito, lasciando gli utenti senza la possibilità di usufruire di un mezzo storico e affascinante. La situazione ha suscitato non poche ironie, con figure politiche come la deputata Deborah Serracchiani che ha paragonato l’attesa della ripartenza a una costruzione impossibile e surreale.

I problemi burocratici

Il rimpallo di responsabilità

La situazione attuale non è solo il risultato di una lunga serie di incidenti, ma è aggravata da un intricato labirinto burocratico che coinvolge sia il Comune di Trieste sia l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferrovie e Infrastrutture Stradali e Autostradali . Sebbene il Comune affermi di aver terminato i lavori previsti e di aver rispettato le normative vigenti, ci sono state nuove richieste che richiedono ulteriori verifiche e miglioramenti. La mancanza di chiarezza su queste nuove prescrizioni ha alimentato una crescente frustrazione tra le autorità locali, pronte a fare pressioni affinché vengano accolte le osservazioni dell’Ansfisa.

I ritardi e le nuove regolamentazioni

Il processo burocratico per il nuovo regolamento, impiegato nove mesi per essere redatto e infine consegnato il primo agosto, ha suscitato critiche da parte del sindaco Dipiazza. Quest’ultimo ha sottolineato come il sistema burocratico romano stia bloccando una soluzione efficace per quanto riguarda il tram. Nonostante il Comune di Trieste si dica pronto a effettuare piccole migliorie, resta in attesa delle nuove indicazioni da parte delle autorità competenti.

Futuro del trasporto pubblico a Trieste

Mobilitazione cittadina e nuove iniziative

Nel frattempo, la città di Trieste ha visto mobilitazioni popolari per ribadire l’importanza del tram come patrimonio culturale e modo di trasporto fondamentale per collegare il centro città con Opicina. Le proteste e le critiche sono supportate anche dalle condanne confermate dalla Cassazione nei confronti dei conducenti coinvolti nell’incidente dell’agosto 2016, che hanno portato a pene comprese tra i sei e gli otto mesi di reclusione. Nonostante queste sanzioni, la speranza di riavvicinarsi a un’efficace mobilità pubblica è ancora viva.

La cabina via finanziata dal Pnrr

Mentre il tram rimane fermo, prende piede un altro progetto che prevede la costruzione di una cabinovia, finanziata con 62 milioni di euro di fondi del Pnrr. Questo nuovo mezzo potrebbe coprire lo stesso percorso rispetto al tram tradizionale, aprendo nuove possibilità di collegamento e modernizzazione della rete di trasporti di Trieste. Le prospettive di sviluppo sono alte e potrebbero portare a una nuova era per la mobilità nella zona, anche se il futuro del tram di Opicina rimane incerto.

Ultimo aggiornamento il 17 Agosto 2024 da Marco Mintillo

Change privacy settings
×