Dottorati di ricerca in Italia: età media e divario di genere nel 2023

Dottorati di ricerca in Italia: età media e divario di genere nel 2023

Il Rapporto AlmaLaurea 2024 evidenzia che oltre la metà dei dottori di ricerca in Italia consegue il titolo prima dei 30 anni, ma persiste un significativo divario di genere nelle discipline STEM.
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Dottorati di ricerca in Italia: età media e divario di genere nel 2023 - Gaeta.it

Il panorama accademico italiano si caratterizza per una fausta tendenza, con una grande parte dei dottori di ricerca che raggiunge il traguardo prima dei 30 anni. Secondo il Rapporto AlmaLaurea 2024, presentato all’Università di Macerata, l’età media al conseguimento del dottorato si attesta a 32,4 anni, un dato che pone l’Italia tra i paesi OCSE dove si consegue il dottorato in età relativamente più giovane.

Età media al dottorato di ricerca

Analizzando i dati, risulta che oltre la metà dei dottori di ricerca dell’anno corrente ottiene il titolo a massimo 30 anni. Questo statisticamente significa che il 23,2% dei laureati raggiunge il dottorato prima dei 29 anni, mentre il 29,9% tra i 29 e i 30 anni. La fascia di età compresa tra 31 e 35 anni rappresenta il 32,4% dei dottori di ricerca, mentre il restante 14,6% supera i 36 anni.

A livello internazionale, l’Italia presenta numeri competitivi. Nel 2021, l’età media dei dottori di ricerca si aggirava attorno ai 32,3 anni, con valori superiori riscontrati solamente in Francia , Olanda e Germania . Al contrario, paesi come il Regno Unito, con una media di 33,1 anni, e la Spagna, i cui neolaureati conseguono il dottorato a quasi 36,1 anni, mostrano un trend di età superiore per il conseguimento del titolo. Questi dati attestano un contesto favorevole per i giovani ricercatori italiani, che possono completare il loro percorso accademico con relativa rapidità.

Diversità di genere nei dottorati di ricerca

Un aspetto significativo emerso dal rapporto è il divario di genere nei dottorati di ricerca. Nel 2023, le donne costituiscono il 48,5% dei dottori di ricerca. Tuttavia, questo dato evidenzia un trend preoccupante poiché, man mano che ci si inoltra nelle fasi più avanzate del percorso accademico, la rappresentanza femminile diminuisce. Infatti, mentre le donne costituiscono il 60,2% fra i laureati, questo valore cala notevolmente nelle aree più specializzate.

Esaminando la distribuzione per area disciplinare, si evince che la presenza femminile è fortemente sottorappresentata nei campi STEM . In particolare, nell’area delle scienze economiche, giuridiche e sociali, la quota di donne è del 48,1%, mentre nelle scienze di base si scende a 36,3% e in ingegneria a un preoccupante 30,8%. In contrapposizione, le donne sono in maggioranza nelle scienze della vita, dove costituiscono il 63,9% dei dottori di ricerca, e nelle scienze umane, dove rappresentano il 57,9%.

I dati indicano che, sebbene le donne siano presenti in numero sempre maggiore nel percorso di alta formazione, sussistono ancora barriere e criticità che influiscono sulla loro rappresentanza nei settori scientifici e tecnici più demandati.

Conclusioni sui dottorati in Italia

L’analisi del Rapporto AlmaLaurea offre una visione chiara della situazione attuale dei dottorati di ricerca in Italia. Con una media di età al conseguimento del dottorato tra le più basse dell’OCSE, il contesto italiano si configura come un terreno fertile per i giovani ricercatori. Tuttavia, emerge un quadro complesso e critico riguardo al divario di genere, dove le donne, sebbene ben rappresentate tra i laureati, faticano a ritagliarsi un posto di rilievo in ambiti accademici altamente specializzati. Questi dati offrono spunti importanti per un’auto-riflessione sul futuro della ricerca e l’importanza di politiche adatte per promuovere l’inclusione e il supporto alle donne nei percorsi accademici.

Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Laura Rossi

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