A Ercolano, un episodio sconvolgente ha segnato il pomeriggio di mercoledì, quando un padre, in preda alla disperazione, ha chiesto aiuto per il suo bambino di due anni in gravi condizioni. La scena si è consumata in corso Resina, dove i passanti hanno assistito a un momento straziante, testimoniando la lotta per salvare una vita. La rapidità di intervento dei carabinieri di Ercolano ha giocato un ruolo cruciale in questa drammatica vicenda, trasformando ciò che poteva essere una tragedia in un lieto fine.
L’urlo disperato di un padre
Erano circa le 14.30 quando un grido straziante ha interrotto la tranquillità del pomeriggio a Ercolano. Un padre, visibilmente scosso e in lacrime, teneva in braccio il suo bambino che non respirava. La situazione era critica: il volto del piccolo era cianotico e le sue braccia penzolavano in un apparente stato di incoscienza. I passanti, colpiti dalla scena, non sapevano come reagire. La disperazione lievitava nel gruppo, generando un’atmosfera tesa e carica di angoscia.
Proprio in quel preciso istante, un maresciallo dei Carabinieri, in servizio presso la tenenza di Ercolano, si trovava a concludere il proprio turno. Le urla del padre hanno però animato il suo istinto di soccorso. Non ci sono stati ripensamenti: il carabiniere si è lanciato verso il genitore e il bambino, deciso a fare il possibile per aiutare. L’assenza di segni di vita visibili ha acceso in lui il timore di un’ostruzione respiratoria, avviando così un intervento immediato.
La manovra di emergenza e la fatica dell’attesa
Senza perdere tempo, il maresciallo ha provato a eseguire la manovra di Heimlich, nella speranza di liberare le vie respiratorie del piccolo. La tensione era palpabile, e i presenti non riuscivano a trattenere il respiro. Nonostante i tentativi, la situazione non migliorava, e un senso di impotenza si diffuse tra i testimoni. Mentre la chiamata al 118 veniva effettuata, l’ansia aumentava, con l’ambulanza che tardava ad arrivare.
Comprendendo che ogni istante era fondamentale, il maresciallo ha deciso di contattare un collega presente nella caserma. L’intervento di entrambi si è rivelato determinante, anche se il bambino cominciava a espellere solo muco e bolo. Le preoccupazioni hanno cominciato a crescere, con i soccorritori che hanno ipotizzato febbre alta e una possibile reazione allergica, complicando ulteriormente la già grave situazione.
Una corsa contro il tempo verso il pronto soccorso
Il tempo non era dalla loro parte. Subito dopo, i carabinieri, senza attendere l’ambulanza, hanno preso una decisione audace: sarebbero saliti sull’auto di servizio per raggiungere il pronto soccorso. Anche se la sirena non era attiva, l’urgenza di salvare una vita si sentiva nitidamente. Con il piccolo e il padre sui sedili posteriori, la corsa verso l’ospedale Maresca di Torre del Greco è cominciata.
Il maresciallo donna al volante ha spinto l’auto al massimo delle sue possibilità, mentre il collega affianco si è affacciato al finestrino, gridando per chiedere strada. Inutile dire che i cinque chilometri sono stati percorsi in meno di tre minuti, trasformando il tragitto in una vera e propria corsa disperata. Arrivati al pronto soccorso, il bambino è stato immediatamente preso in carico dai medici, che hanno iniziato a fornirgli le cure necessarie.
Un finale che regala speranza
Le ore successive sono state cariche di tensione e paura per il padre e per la sua famiglia, ma il tanto atteso sollievo è giunto. Le cure immediate hanno rivelato che il bambino aveva subito una grave reazione allergica. Per questo motivo, è stato trasferito al Santobono di Napoli per ulteriori trattamenti medici. Il bambino, grazie alla rapidità e alla dedizione dei soccorritori, si è ripreso e le sue condizioni si sono stabilizzate.
L’emozione ha travolto il padre, che ha espresso la sua gratitudine per il coraggio dimostrato dai carabinieri. “Siete degli angeli,” ha ripetuto, stringendo la mano di chi lo aveva aiutato. La giornata che ha iniziato nel segno della paura si è conclusa con un senso di riconoscenza per l’azione tempestiva che ha fatto la differenza tra la vita e la morte di un bambino.
Ultimo aggiornamento il 12 Dicembre 2024 da Marco Mintillo