La recentissima sparatoria avvenuta a Napoli riaccende una faida di camorra che da tempo scaraventa il quartiere di Miano nel caos. Nello specifico, l’agguato ha coinvolto due uomini con un passato segnato dalla criminalità organizzata e dalle tensioni tra clan, portando l’attenzione su una guerra che continua a mietere vittime. Questo tragico evento non solo riporta alla luce gli scontri tra i clan storici del territorio, ma evidenzia anche l’urgente necessità di un intervento deciso delle forze dell’ordine nella lotta contro la criminalità organizzata.
L’agguato e le vittime
L’agguato, avvenuto in via Janfolla al confine tra Miano e Piscinola, ha colpito Francesco Abenante, 34 anni, e Salvatore Avolio, 32 anni, entrambi noti per il loro legame con il clan Lo Russo. Quest’ultimo stava cercando di rimanere lontano dai riflettori dopo la morte di un familiare avvenuta quattro anni prima, mentre Abenante era reduce da un recente arresto nel corso di un’operazione che aveva messo in manette diversi membri del clan. L’intensificarsi della violenza in questa area colpita da anni da scontri tra bande rivali ha sollevato preoccupazioni tra i residenti.
Nel momento dell’agguato, i due uomini stavano viaggiando su uno scooter quando sono stati colpiti dalle raffiche di proiettili dei killer, che hanno agito con decisione. Nonostante Abenante, ferito, tentasse di scappare, è stato raggiunto dai colpi e ritrovato esanime su un marciapiede, mentre Avolio, trasportato d’urgenza all’ospedale Cardarelli, è deceduto poco dopo a causa delle lesioni subite, che hanno coinvolto organi vitali.
Le radici della faida
Questo drammatico episodio segnala la continuità delle rivalità tra i clan della camorra napoletana, in particolare tra il clan Lo Russo, attivo a Miano, e le cosche rivali di Chiaiano e Secondigliano. Le tensioni tra questi gruppi non sono una novità : si sono intensificate nel corso degli ultimi anni, portando a diversi omicidi e a un clima di paura nel quartiere. La storia di violenza è caratterizzata da resistenze interne e vendette che ciclicamente sfociano in aggressioni letali.
Le vendette legate alla faida sono spesso scaturite da uccisioni precedenti. Abenante e Avolio, entrambi coinvolti in crimini deliberati, rappresentano membri di un microcosmo complesso dove i legami familiari e le alleanze si intrecciano profondamente. Le strade di Napoli continuano ad essere un palcoscenico di scontri sanguinosi, dove il passato criminale dei protagonisti gioca un ruolo cruciale.
Le indagini in corso
Dopo l’agguato, la polizia ha immediatamente avviato un’intensa attività investigativa. Agenti della squadra mobile e del commissariato di Scampia hanno repertato numerosi bossoli sul luogo del delitto, evidenziando la ferocia dell’attentato. Sono in pieno svolgimento accertamenti volti a raccogliere prove e indizi sul movente dell’azione criminale.
La polizia sta ricercando registrazioni delle telecamere di sorveglianza per approfondire dinamiche e potenziali complici coinvolti nell’attentato, mentre gli agenti analizzano i cellulari delle due vittime. Questi dispositivi potrebbero contenere informazioni preziose riguardo eventuali appuntamenti o contatti recenti, contribuendo a chiarire le circostanze che hanno portato a questo tragico epilogo.
Gli agenti mirano a disegnare un quadro completo della situazione attuale nella zona, consapevoli che solo attraverso un’attenta ricostruzione andranno a individuare le cause e le dinamiche di questa violenza senza fine. La comunità locale osserva con apprensione mentre le indagini proseguono, sperando in una rapida risoluzione che possa riportare la calma nel quartiere.
Ultimo aggiornamento il 4 Febbraio 2025 da Marco Mintillo