Il virus respiratorio sinciziale provoca infezioni acute e spesso gravi nei neonati, come bronchiolite e polmonite. In Veneto, l’ultima stagione ha mostrato un calo consistente dei casi gravi associati all’infezione, attribuibile all’attuazione di una campagna vaccinale regionale. I dati confermano un abbattimento significativo dei ricoveri pediatrici, un alleggerimento delle terapie intensive neonatali e una riduzione delle giornate di degenza in ospedale. Questo miglioramento ha un impatto diretto sul sistema sanitario e sulla salute dei più piccoli, e sta modificando il modo di affrontare questa patologia.
I dati sui ricoveri pediatrici in veneto e l’effetto della campagna vaccinale
Nella stagione 2024/2025, la regione Veneto ha registrato un netto decremento nei ricoveri causati dal virus respiratorio sinciziale. Si è passati dai 1003 casi del 2023/2024 a soli 260 nell’ultimo periodo considerato, con una riduzione complessiva pari al 74%. La diminuzione riguarda soprattutto i pazienti più fragili, in particolare i lattanti al di sotto dei 5-6 mesi, storicamente più esposti a complicanze gravi.
Accanto a questo dato, sono calate del 78% le giornate di degenza media rispetto al triennio precedente 2021-2024, dimostrando un effetto positivo anche sulla durata del ricovero per singolo paziente. L’occupazione delle terapie intensive neonatali è scesa di oltre l’83%, alleviando la pressione sugli ospedali. Questi numeri sono stati presentati dall’assessore alla Sanità e al sociale Manuela Lanzarin durante un incontro all’azienda ospedaliera università di Padova.
Caratteristiche del virus respiratorio sinciziale e fragilezza dei neonati
Il virus respiratorio sinciziale colpisce soprattutto durante i mesi freddi, da novembre ad aprile. La bronchiolite, una delle principali malattie associate al VRS, determina un’infiammazione acuta delle piccole vie aeree e può portare a difficoltà respiratorie anche gravi nei bimbi più piccoli. In assenza di trattamenti specifici, l’ospedalizzazione spesso si rende necessaria per il supporto ossigeno.
Non si dispone di terapie antivirali risolutive, né di vaccini ampiamente somministrati in passato, motivo per cui la prevenzione ha rappresentato fino ad ora la principale strategia. E’ importante sottolineare che le infezioni da VRS nei primi mesi di vita possono favorire lo sviluppo successivo di asma, aggravando quindi la salute respiratoria nel lungo termine.
Campagna regionale di immunizzazione ed educazione sanitaria
L’azione regionale ha previsto non solo la somministrazione del vaccino o di anticorpi monoclonali specifici, ma anche una campagna capillare di informazione rivolta a famiglie, pediatri e operatori sanitari. L’obiettivo è stato quello di diffondere consapevolezza sull’importanza della prevenzione e di assicurare una copertura ampia e tempestiva nei gruppi più a rischio.
Nell’incontro a Padova hanno partecipato anche figure chiave come Giuseppe Dal Ben, direttore generale AUOP, il professor Eugenio Baraldi, direttore del dipartimento salute donna bambino dell’università di Padova, e la dottoressa Francesca Russo, responsabile della direzione prevenzione della Regione Veneto. Hanno evidenziato tutti l’efficacia della campagna e il valore di una collaborazione integrata tra sanitario pubblico e privato.
Impatto sanitario e prospettive future per la gestione della bronchiolite
Il risultato ottenuto in Veneto rappresenta un cambiamento importante nella prevenzione delle infezioni respiratorie nei neonati. La riduzione drastica dei casi gravi permette di risparmiare risorse ospedaliere e di ridurre il disagio nei bambini e famiglie coinvolte.
Il modello veneto potrà essere un punto di riferimento per altre regioni italiane nella lotta contro il virus respiratorio sinciziale, supportando una diffusione più uniforme degli strumenti di protezione. La ricerca intanto prosegue per migliorare ulteriormente le soluzioni preventive, anche in prospettiva di future varianti virali.