Un’indagine in corso ha rivelato che un drone di produzione russa potrebbe aver sorvolato l’Italia senza essere mai stato visibile a occhio nudo. La scoperta è avvenuta grazie ai monitoraggi effettuati dai captatori del Joint Research Centre di Ispra, situato nel Varesotto, che hanno individuato frequenze radio associate a droni di fabbricazione russa. Questo è emerso in seguito a una segnalazione pervenuta il 28 marzo agli inquirenti da parte del centro di ricerca della Commissione Europea, dando avvio a un’inchiesta approfondita.
I dettagli della segnalazione del Joint Research Centre
Il Joint Research Centre di Ispra ha un compito cruciale: monitorare e analizzare varie tecnologie che possono avere ripercussioni sulla sicurezza. In questo caso, le frequenze radio rintracciate sono state classificate come emblematiche di un velivolo di produzione russa. Questo tipo di sorveglianza è parte della strategia di monitoraggio dei rischi e delle minacce legate all’uso di droni, particolarmente in un contesto geopolitico teso. Ciò ha portato a un immediato allerta, che ha coinvolto le autorità competenti per ulteriori indagini.
L’evoluzione delle indagini condotte dal Ros dei carabinieri
Il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri è stato immediatamente coinvolto nelle indagini a seguito della segnalazione. Le forze dell’ordine hanno registrato cinque sorvoli recenti dello stesso drone in un arco di tempo di cinque o sei giorni. Queste informazioni sono state raccolte attraverso l’analisi dei dati radar e altre tecnologie avanzate che consentono di monitorare l’attività aerea in tempo reale. L’assenza di testimoni oculari rende la situazione più complessa, ma il lavoro meticoloso del Ros sta proseguendo per identificare l’origine e le intenzioni di questa operazione.
Implicazioni di sicurezza e preoccupazioni geopolitiche
La presenza di un drone di fabbricazione russa nello spazio aereo italiano solleva interrogativi sulle capacità di sicurezza del paese. È particolarmente preoccupante data la fase attuale delle tensioni geopolitiche in Europa. L’uso di droni per scopi di sorveglianza o di altro genere, se confermato, potrebbe rappresentare una nuova forma di minaccia nella regione. Le autorità italiane sono in allerta e continuano a lavorare in stretta collaborazione con i partner europei per capire meglio l’accaduto e le possibili implicazioni.
Le indagini sono ancora in corso e le autorità competenti stanno raccogliendo ulteriori dati e testimonianze per chiarire la questione. Con il sollievo di nessuna evidenza concreta di attività ostile, si guarda con attenzione al futuro per garantire la sicurezza dello spazio aereo nazionale e la protezione dalla sorveglianza non autorizzata.