I direttori dei servizi generali e amministrativi degli istituti scolastici italiani affrontano pressioni di lavoro che mettono a rischio la loro salute e la qualità delle attività gestite. Uno studio condotto dall’Università Lumsa su incarico dell’Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche ha raccolto testimonianze e dati da oltre 2.000 Dsga, delineando un quadro preoccupante delle condizioni lavorative e ambientali che coinvolgono questa figura chiave del sistema scolastico nazionale.
il carico di lavoro quotidiano e l’impatto sulle responsabilità dei dsga
Il 2025 vede i Dsga impegnati con un ritmo di lavoro intensissimo, che il report definisce quasi insostenibile. L’85% di loro riferisce di affrontare quotidianamente un flusso di compiti e scadenze molto pressanti, con un carico di lavoro difficilmente gestibile entro l’orario previsto. La quasi totalità , ossia il 99%, deve occuparsi di mansioni che richiedono uno sforzo cognitivo elevato, continuo problem solving e attenzione costante, spesso senza il confronto o il supporto diretto di colleghi. Questa solitudine operativa amplifica la difficoltà delle decisioni da prendere.
responsabilità complesse e tensione costante
Le responsabilità coinvolgono aspetti amministrativi, contabili, organizzativi, ma anche la gestione di situazioni impreviste. L’83% dei Dsga si trova in stato di tensione permanente per le pressioni legate a decisioni che possono avere ripercussioni significative sull’intero istituto e sul personale coinvolto. Il lavoro non si limita quindi a una serie di procedure standard, ma richiede un continuo bilanciamento tra esigenze burocratiche e necessità della comunità scolastica.
stress emotivo e burn out: numeri allarmanti tra i direttori amministrativi scolastici
Oltre alla fatica fisica, il malessere emotivo emerge con forza dall’indagine. Più dell’80% degli intervistati descrive il proprio lavoro come particolarmente stancante sul piano emotivo. Questa sensazione si traduce in disagio: il 68% dichiara di provare emozioni negative come frustrazione, rabbia e ansia durante o dopo le proprie mansioni. Raramente questi stati trovano sfogo o attenzione, visto il contesto lavorativo spesso isolato e poco supportato.
sintomi di burn out e calo di motivazione
Quanto al burn out, superano quota 50% i Dsga che manifestano sintomi evidenti come perdita di motivazione, assenza di coinvolgimento e diminuzione dell’entusiasmo verso il proprio ruolo. Le attività quotidiane diventano ripetitive e prive di stimoli, mentre il senso di appartenenza al sistema scolastico si affievolisce sempre di più. Questo calo di energia emozionale mina il desiderio di affrontare con impegno i compiti assegnati, influenzando in modo diretto l’efficacia del servizio offerto.
conseguenze sulla salute fisica e ripercussioni nella vita privata
Il forte stress lavorativo ha ripercussioni anche sulla salute fisica e sulla qualità della vita privata dei Dsga. Secondo i dati, per il 54% l’attività professionale svuota completamente le energie, portando a stanchezza cronica. Inoltre, il 51% giudica il tempo dedicato al lavoro un elemento che danneggia in modo importante la propria vita familiare e sociale.
disturbi del sonno e differenze di genere
I disturbi più comuni rilevati riguardano il sonno: il 57% dei Dsga soffre di alterazioni nel riposo notturno, che aggrava ulteriormente lo stato di affaticamento mentale e fisico. Nella fascia stress acuto, le donne risultano esser colpite in maniera più marcata con il 68%, quasi il doppio degli uomini. Questo dato evidenzia una possibile diversità di impatto dello stress lavorativo tra i sessi, potenzialmente legata a fattori sia lavorativi sia extra-lavorativi.
Studi medici sottolineano come lo stress cronico e la tensione prolungata possano favorire l’insorgere di disturbi cardiovascolari, indebolire il sistema immunitario e in casi estremi portare a forme depressive. Nel contesto dei Dsga, questi rischi assumono un rilievo particolare considerato lo stato di precarietà psicofisica rilevato.
motivazione professionale al minimo e prospettive di cambiamento
Pressoché unanime appare il giudizio negativo sulla condizione lavorativa e sulla retribuzione. Solo il 4% dei Dsga valuterebbe l’attività come un mestiere da consigliare ad altri. Il 66% medita di abbandonare definitivamente questa professione in cerca di alternative più sostenibili o meno sfiancanti. L’insoddisfazione deriva non solo dai carichi pesanti ma anche dal riconoscimento economico, ritenuto dal 97% dei Dsga incompleto rispetto al livello di responsabilità e impegno richiesti.
Questi dati disegnano un futuro incerto per la figura del Dsga nelle scuole italiane. La forte spinta a considerare altri percorsi professionali potrebbe provocare una carenza di figure esperte in questo ruolo, mettendo a rischio la gestione amministrativa degli istituti e aumentando difficoltà organizzative già presenti.
La situazione fotografata dal report Lumsa-Anquap fa emergere un settore dell’istruzione che chiede attenzione e interventi puntuali per arginare il disagio dei suoi protagonisti, parte fondamentale nel funzionamento quotidiano delle scuole italiane.