Due giovani arrestate per proselitismo a favore dello Stato islamico: il legame con la jihad e Gaza

Due giovani arrestate per proselitismo a favore dello Stato islamico: il legame con la jihad e Gaza

Due giovani donne arrestate in Italia per proselitismo a favore dello Stato islamico, rivelano ideologie radicali e piani di diffusione della Sharia, evidenziando la crescente minaccia del terrorismo internazionale.
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Due giovani arrestate per proselitismo a favore dello Stato islamico: il legame con la jihad e Gaza - Gaeta.it

Nel cuore della cronaca italiana emerge un caso inquietante che coinvolge due giovani donne accusate di attività di proselitismo a favore dello Stato islamico. La loro vicenda risalta non soltanto per la gravità dei reati contestati, ma anche per il contesto in cui operavano, manifestando sostegno al popolo palestinese di Gaza. L’operazione, condotta dal Ros dei carabinieri e coordinata dalla Procura di Bologna e dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, ha portato all’arresto di quattro persone, allineando l’attenzione sulle dinamiche del terrorismo internazionale.

Il gruppo di proselitismo e il contesto jihadista

Le due principali indagate, una 22enne pachistana residente a Bologna e una 18enne di Spoleto, di origine algerina, avevano fondato un gruppo dedito alla diffusione della propaganda jihadista. Le conversazioni tra queste ragazze rivelano la loro ideologia radicale e la ferma volontà di agire. I loro messaggi, condivisi tra post pubblici sui social media come Instagram, X e TikTok, e nelle chat private, mettono in luce un’aspirazione a punire gli infedeli e promuovere la legge islamica in occidente.

Nel maggio scorso, si scambiavano frasi come “Arriverà il nostro momento,” evidenziando un piano condiviso che mirava a portare la Sharia in luoghi come Roma e a trasferirsi in regioni della Siria e Palestina. Queste comunicazioni mostrano come il gruppo fosse non solo attivo in rete, ma anche consapevole della realtà geopolitica, mostrando una particolare simpatia per il popolo palestinese, soprattutto in riferimento agli scontri e agli attacchi israeliani a Rafah, che seguivano con attenzione.

L’ideologia e le contraddizioni della loro posizione

Nonostante la gioia espressa per gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, emerge una certa apatia nei confronti dell’organizzazione, vista come distante dai valori del vero Islam e come avversaria di Allah. La giovane leader e le sue compagne non esitavano a condividere il loro disprezzo per le forze dell’ordine, incoraggiandosi a rimanere furtivi e a evitare di essere scoperte. Al tempo stesso, esprimevano una certa audacia, descrivendo una posizione per cui, in caso di arresto, avrebbero preso “loro stesse le chiavi” delle carceri.

Tale contraddizione evidenzia una dualità presente nel pensiero di queste giovani, divise tra una forte motivazione radicale e paure legate alla repressione da parte delle autorità. Questa ambivalenza gioca un ruolo cruciale nel modo in cui percepiscono i loro stessi piani e la loro capacità di realizzarli.

Le misure restrittive e la prossima udienza

La situazione ha preso una piega seria per le due ragazze e gli altri membri del loro gruppo, tra cui il fratello della leader 19enne e un sostenitore di 27 anni originario della Turchia. Tutti sono stati arrestati a seguito delle indagini del Ros, che hanno portato alla luce un’attività di proselitismo insistente, con accennata capacità di radicamento nelle comunità locali, come dimostrano le vendite nei kebab a Monfalcone.

Domani, la 22enne e suo fratello compariranno davanti al giudice delle indagini preliminari Andrea Salvatore Romito per l’interrogatorio di garanzia. La giovane è assistita dall’avvocato Simone Romano, che si prepara a difenderla in un caso che pone interrogativi profondi sulla cattura di giovani menti in un contesto di narrazioni estremiste.

La complessità di questa vicenda offre uno spaccato inquietante della gioventù contemporanea, coinvolta in dinamiche internazionali e locali di violenza e radicalizzazione, che richiederanno attenzioni e azioni mirate da parte delle istituzioni per garantire sicurezza e prevenire ulteriori reclutamenti.

Ultimo aggiornamento il 26 Dicembre 2024 da Sara Gatti

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