È morto Agostino Cordova, il magistrato icona della lotta alla 'ndrangheta e alla corruzione

È morto Agostino Cordova, il magistrato icona della lotta alla ‘ndrangheta e alla corruzione

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È morto Agostino Cordova, il magistrato icona della lotta alla 'ndrangheta e alla corruzione - Gaeta.it

La morte del magistrato Agostino Cordova, avvenuta nella serata del 19 ottobre 2023 a Reggio Calabria all’età di 88 anni, segna la fine di un’epoca significativa nella lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione in Italia. Originario di Reggio Calabria, Cordova ha trascorso gran parte della sua vita professionale tra la sua città natale e Napoli, contribuendo in modo decisivo a importanti inchieste e processi storici.

La carriera di Agostino Cordova nella magistratura

Gli inizi nella giustizia calabrese

Agostino Cordova entra in magistratura nel 1963, avviando così una carriera costellata di successi e di sfide che hanno segnato profondamente il panorama giudiziario italiano. Inizialmente, esercita come pretore a Reggio Calabria, specializzandosi nell’ambito penale e, in seguito, anche in quello civile fino al 1970. Questo periodo di apprendistato gli consente di conoscere a fondo il sistema giuridico e le complesse dinamiche sociali della sua terra, terreno fertile per la criminalità organizzata.

La svolta professionale di Cordova avviene quando viene assegnato al Tribunale di Reggio Calabria come componente del collegio per cinque anni. Qui, la sua determinazione e il suo impegno nei confronti della giustizia lo portano a specializzarsi nel difficile settore dell’istruzione penale. Agostino Cordova rimane in questo ufficio fino al 1980, dove si distingue per aver diretto inchieste contro pericolose cosche mafiose, tra cui il noto processo “dei 60”, una delle prime operazioni legislative contro le ‘ndrine.

Lotta contro la ‘ndrangheta

Negli anni successivi, Cordova assume il ruolo di presidente della sezione penale del Tribunale di Reggio Calabria , dove continua a dedicarsi instancabilmente alla lotta contro la mafia. La sua notorietà raggiunge l’apice nel dicembre del 1987, quando viene nominato procuratore della Repubblica di Palmi. Qui, adempie a un compito arduo, affrontando i legami tra mafia, politica e massoneria locali.

Nel suo operato, Cordova conduce un’inchiesta di grande rilevanza, che porta al sequestro degli elenchi dei membri del Gran Maestro del Goi, rivelando così trame oscure che intrecciavano il potere politico e quello mafioso. Questa operazione rende visibile il coraggio e la determinazione di un magistrato disposto a sfidare il potere costituito.

Le inchieste storiche e il trasferimento a Napoli

Il sequestro della centrale termoelettrica

Un altro tassello significativo della carriera di Agostino Cordova è rappresentato dalla sua indagine su presunti irregolarità negli appalti per la costruzione della centrale termoelettrica dell’Enel a Gioia Tauro. Attraverso un’indagine meticolosa, nel luglio del 1990, Cordova ordina il sequestro del cantiere, un fatto che non solo evidenzia la corruzione ma pone un freno alle pratiche illecite che minacciavano il buon andamento dei lavori pubblici nella regione.

Il suo lavoro incessante e l’abilità di mettere in luce le connessioni tra malaffare e istituzioni lo pongono emblema della giustizia calabrese. Tuttavia, alla scadenza del suo mandato a Palmi, decide di candidarsi per la Direzione Nazionale Antimafia, anche se senza successo.

Napoli: un nuovo capitolo nella magistratura

Nel luglio del 1993, Agostino Cordova ottiene un’importante nomina come procuratore capo a Napoli, una delle città italiane più complesse e afflitte dalla criminalità organizzata. Qui, continua il suo lavoro instancabile, affrontando nuove sfide e portando avanti inchieste delicate che hanno come obiettivo la lotta al crimine organizzato. La sua presenza nella lotta contro la camorra e le sue numerose inchieste sul territorio partenopeo ne fanno una figura di riferimento e un simbolo di speranza per tanti cittadini.

La sua carriera, caratterizzata da integrità e impegno, ha lasciato un’eredità che continuerà a ispirare le generazioni future di magistrati e cittadini.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

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