Giacomo Oddero, a 98 anni, si è spento lasciando un segno profondo nello sviluppo del territorio delle Langhe e del Roero. La sua attività ha accompagnato la nascita di un’identità culturale e turistica legata al vino e al paesaggio riconosciuta a livello internazionale. Questo articolo racconta il percorso e l’impatto di una figura centrale per il Piemonte.
una vita dedicata alle langhe e al roero tra politica e promozione territoriale
Nato nel 1926, Oddero si è formato con una laurea in farmacia ma ha scelto di dedicarsi al servizio della propria comunità, entrando in politica locale come sindaco di La Morra. Da quella carica è passato a ricoprire ruoli provinciali come consigliere e assessore all’agricoltura, acquisendo un legame stretto con le realtà agricole e sociali delle Langhe. La sua attenzione non si è limitata però all’ambito locale: ha saputo trasformare le sue convinzioni in iniziative di respiro più ampio.
ruoli di rilievo istituzionali e promozione agricola
La sua figura si è fatta noto anche come presidente di importanti enti, tra cui la Camera di Commercio di Cuneo, la Fondazione CRC, e l’Ente Turismo delle Langhe, oltre a altri ruoli in organizzazioni legate alla promozione agricola e gastronomica. Questo impegno ha permesso di creare sinergie fondamentali per lo sviluppo del territorio, facendo emergere Langhe e Roero come mete di riferimento per il turismo enogastronomico, non solo in Italia.
fondazione di infrastrutture essenziali per lo sviluppo agroeconomico
Uno degli interventi più importanti portati avanti da Oddero è stata la realizzazione dell’acquedotto delle Langhe. Questa infrastruttura ha garantito una risorsa idrica fondamentale per l’agricoltura locale, in un contesto dove l’acqua è spesso un elemento critico per la crescita delle colture e delle produzioni vitivinicole. L’acquedotto ha rappresentato un punto di svolta per la capacità produttiva della zona, consentendo un maggior controllo sulle risorse e la qualità del terreno coltivato.
un’opera strategica per tutta la comunità
L’opera ha contribuito a consolidare le condizioni per lo sviluppo economico, collegandosi intimamente con il lavoro di valorizzazione culturale e turistica promosso da Oddero. La sua visione non si limitava dunque ad un singolo ambito, ma fondeva insieme infrastrutture, ambiente e promozione sociale, creando un sistema coerente e sostenibile per le Langhe.
promotore di una cultura del vino legata al territorio e alla tradizione
Oddero ha interpretato per primo l’importanza di un legame stretto tra vino, paesaggio e identità locale. La sua intuizione ha anticipato quella che molti anni dopo si sarebbe tradotta nella candidatura Unesco dei paesaggi vitivinicoli delle Langhe, Roero e Monferrato, riconosciuti tra i patrimoni mondiali dell’umanità. Quell’idea di un territorio in cui natura, lavoro umano e cultura si fondono è stata al centro della sua attività.
incarichi nel mondo enogastronomico
Nel corso della sua vita ha assunto incarichi anche in organizzazioni legate al mondo enogastronomico come l’ONAF e l’ONAV, portando avanti la promozione di prodotti tipici e di tradizioni locali. Il suo ruolo di sommelier ad honorem testimonia l’attenzione ai dettagli e alla qualità che ha perseguito negli anni. Oddero è stato infatti un protagonista nel far conoscere e apprezzare le eccellenze del Piemonte fuori dai confini regionali e nazionali.
riconoscimenti ufficiali e testimonianze di un’eredità duratura
Con la notizia della sua morte il 2025, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha ricordato Oddero come «un uomo a cui dobbiamo molto del successo attuale, capace di costruire basi solide per il turismo enogastronomico». Cirio ha definito quella di Oddero una figura in grado di trovare quadrature tra la tutela del territorio e le esigenze delle persone, qualità preziosa e difficilmente reperibile.
L’eredità lasciata da Oddero non si esaurisce con le infrastrutture o i ruoli istituzionali: il volume culturale e sociale che ha contribuito a creare per le Langhe e il Roero continua a influenzare il modo in cui la regione si propone nel mondo. La comunità piemontese e le istituzioni riconoscono in lui una guida che ha orientato la crescita del territorio, in un progetto che ancora oggi attrae visitatori e appassionati dalla scena internazionale.