La controversia è montata rapidamente alla vigilia della Giornata della Memoria, quando i leader europei dell’estrema destra avevano organizzato un incontro a Roma, posizionandosi in un rinomato hotel della zona di Termini. Tuttavia, la decisione dell’hotel St. Martin di annullare la prenotazione ha scatenato un acceso dibattito pubblico, sottolineando il clima di tensione politica attuale. Le reazioni all’annullamento della sala hanno evidenziato quanto sia delicata la questione del confronto tra le forze politiche estreme e la società civile.
La cancellazione della sala conferenze
Il raduno, che avrebbe visto la partecipazione di vari esponenti radicali provenienti da diverse nazioni, è stato annullato dopo che la direzione dell’hotel ha realizzato le implicazioni del meeting. La decisione della direzione è stata influenzata dalle forti reazioni dell’ANPI e della CGIL , oltre che da diverse figure politiche locali e nazionali. Questi gruppi hanno espresso il loro disappunto attraverso comunicati stampa e appelli pubblici, chiedendo di non legittimare un incontro considerato da molti come un tentativo di rinascita ideologica di movimenti estremisti.
L’alto numero di richieste di annullamento, accompagnate da riconoscimenti sul passato di alcuni partecipanti nel panorama politico, hanno spinto la direzione dell’hotel a ritirare la disponibilità per la sala conferenze. Questo episodio evidenzia come le scelte legate alla fornitura di spazi pubblici siano sempre più monitorate e scrutinabili in un contesto politico e sociale polarizzato.
La ricerca di una nuova sede
Dopo la revoca della sala, gli organizzatori dell’evento si sono trovati a dover fronteggiare una situazione inaspettata. La ricerca di una sede alternativa si è dimostrata complicata. Nonostante gli sforzi, non è stato possibile trovare uno spazio adeguato che garantisse la stessa visibilità e accessibilità dell’hotel originariamente previsto. Questo ha portato gli organizzatori a considerare un incontro in scala ridotta presso la sede del movimento.
La scelta di limitare l’evento ha fatto sorgere l’ipotesi che i partecipanti non fossero presenti in un baluardo della propria ideologia, ma piuttosto in un contesto confermato e circoscritto. Di certo, si sono manifestati segnali di preoccupazione per il grado di visibilità che questa forma di raduno poteva ottenere, considerando le implicazioni storiche legate alla sede e al periodo dell’anno.
L’incontro in forma ridotta
Alla fine, l’evento ha avuto luogo in una forma decisamente ridotta e con modalità decisamente diverse da quelle inizialmente previste. Cinque leader di movimenti di destra provenienti da paesi come Serbia, Francia, Germania, Spagna e Grecia si sono ritrovati in un contesto più intimo, dove il portavoce principale è stato Roberto Fiore. Al tavolo con gli altri rappresentanti, Fiore ha utilizzato l’occasione per richiamare l’attenzione dei cronisti sui progetti e le aspirazioni del movimento che guida.
Questo incontro, benché in tono contenuto, ha attirato l’attenzione mediatica per la natura dei suoi partecipanti e per la tempistica, coincidente con le celebrazioni e le riflessioni legate alla Giornata della Memoria. L’evento ha messo in luce non solo le posizioni di questo gruppo, ma ha anche spinto a riflessioni più ampie su come la società civile reagisca a determinate ideologie, specialmente nei momenti di commemorazione storica. La presenza di giornalisti ha dato un risalto particolare alla giornata, facendo sì che essa fosse al centro dell’attenzione pubblica, anche se non nella forma inizialmente concepita dagli organizzatori.
Ultimo aggiornamento il 26 Gennaio 2025 da Marco Mintillo