In vista dei referendum abrogativi previsti l’8 e il 9 giugno 2025, si apre la possibilità per chi vive fuori dalla propria provincia di iscrizione elettorale di votare nel Comune di temporaneo domicilio. Questa novità riguarda gli elettori che si trovano in un’altra provincia da almeno tre mesi per motivi di studio, lavoro o cure mediche. Per esercitare il voto fuori sede, è obbligatorio presentare una domanda al Comune di temporaneo domicilio entro il 4 maggio.
chi può votare fuori sede e quali sono i requisiti
Possono chiedere di votare lontano dal loro Comune di iscrizione solo gli elettori che, da almeno tre mesi, risiedono in un altro Comune appartenente a una provincia diversa. Le motivazioni riconosciute riguardano lo studio, l’attività lavorativa e le cure mediche. Il requisito temporale di tre mesi vale a confermare la durata della permanenza fuori dalla residenza elettorale, garantendo così che il voto venga espresso in modo consapevole e non occasionale.
diritto di voto nel comune di temporaneo domicilio
Il diritto di votare nel Comune di temporaneo domicilio si applica esclusivamente a coloro che possono giustificare questa presenza stabile fuori sede. Non basta essere in viaggio o soggiornare temporaneamente altrove per motivi di vacanza o altri impegni. Inoltre, la richiesta deve essere documentata con il modulo specifico fornito dal ministero dell’Interno, nel quale andranno indicati con precisione il Comune di residenza, il Comune di temporaneo domicilio e la ragione della permanenza in tale luogo.
Questi dati servono ai Comuni per organizzare al meglio le operazioni di voto e verificare la correttezza delle richieste. In effetti, senza documentazione chiara non è possibile accogliere la domanda, a garanzia del processo elettorale e per evitare abusi o errori nell’assegnazione dei voti. La normativa cerca così un equilibrio tra facilitare il voto a chi si trova fuori sede e mantenere il controllo sulle operazioni di voto.
come si presenta la domanda per il voto fuori sede
La domanda va inviata entro il 4 maggio 2025 al Comune di temporaneo domicilio, cioè il luogo in cui l’elettore si trova in via stabile da almeno tre mesi. La richiesta può avvenire per via telematica, usando il portale online del ministero dell’Interno, oppure di persona, recandosi direttamente agli uffici elettorali del Comune interessato. È possibile anche incaricare un’altra persona, se l’interessato non può presentarsi direttamente.
compilazione e documenti necessari
Per compilare il modulo, è utile scaricarlo dal sito ufficiale e aprirlo con programmi come Adobe Acrobat Reader, così da inserire correttamente tutte le informazioni richieste. Oltre ai dati anagrafici e ai riferimenti sui due Comuni, la compilazione deve includere una motivazione tra studio, lavoro o cure mediche. La domanda deve poi essere corredata da:
- una copia del documento d’identità valido
- una copia della tessera elettorale originale
- documenti che attestino il motivo della permanenza fuori residenza
I documenti di accompagnamento variano a seconda del motivo indicato: per esempio, un certificato di iscrizione a un’università diversa rispetto al Comune di residenza vale per gli studenti; una documentazione lavorativa o un referto medico sono richiesti in altri casi. L’insieme completo della domanda deve essere consegnato entro la scadenza per essere ammessi nelle liste elettorali speciali per il voto fuori sede.
scadenze e possibilità di revoca della domanda
Il termine ultimo per consegnare la domanda al Comune di temporaneo domicilio è fissato al 4 maggio 2025, cioè 35 giorni prima della data delle consultazioni referendarie. Chi avesse modifiche o dubbi che cambiano la propria situazione può revocare la richiesta entro il 14 maggio. La revoca serve a correggere eventuali errori o a tornare a votare nel Comune di iscrizione elettorale originario.
ruolo negli uffici elettorali
Nel modulo di domanda c’è anche la possibilità di dichiarare la disponibilità a essere nominati presidente o componente della sezione elettorale speciale del Comune di temporaneo domicilio. Questa opzione si rivolge agli elettori che vogliano contribuire direttamente alla gestione del voto fuori sede, svolgendo un ruolo attivo nel seggio del Comune dove voteranno.
L’innovazione sul voto fuori sede, anche se già sperimentata in altre occasioni, richiede una precisa gestione delle scadenze per non compromettere le attività dei Comuni. Il 4 maggio segna la data ultima per organizzare liste e sezioni speciali, mentre la revoca entro il 14 serve a evitare possibili disguidi o situazioni di voto doppio.
i referendum di giugno sulle norme di lavoro e cittadinanza
I referendum del prossimo giugno coinvolgono cambiamenti importanti su temi del lavoro e della cittadinanza. Questi quesiti abrogativi puntano a modificare la normativa sui licenziamenti illegittimi, a introdurre più protezioni per chi lavora nelle piccole imprese e a ridurre la precarietà lavorativa. Un altro tema centrale riguarda la sicurezza sul lavoro.
Un ulteriore quesito propone di ridurre da 10 a 5 anni la durata minima di residenza legale sul territorio italiano, richiesta agli stranieri maggiorenni extracomunitari per ottenere la cittadinanza italiana. Queste proposte nascono da iniziative avanzate da sindacati e associazioni impegnate su diritti dei lavoratori e integrazione.
La natura abrogativa del referendum implica che, se superato il quorum e accolto dalla maggioranza degli elettori, le norme indicate verrebbero cancellate, con conseguenze dirette sulle leggi attualmente in vigore. Il voto assume quindi una rilevanza particolare, perché riguarda diritti civili e condizioni di lavoro di milioni di persone.
il decreto elezioni che introduce il voto fuori sede
Il decreto elezioni approvato dal Consiglio dei ministri il 13 marzo scorso ha ufficializzato la possibilità di votare fuori sede per i referendum di giugno 2025. Questa decisione segue una sperimentazione condotta nelle elezioni europee del 2024, quando il voto fuori sede era consentito solo agli studenti fuori sede.
Durante quella tornata, oltre 23 mila studenti hanno potuto votare senza dover rientrare nel Comune di residenza, scegliendo di esprimere la preferenza nel luogo in cui si trovavano. La modifica estende ora questo diritto anche a lavoratori e persone in cura medica che si trovano fuori dalla loro provincia elettorale abituale.
L’estensione del voto fuori sede punta a facilitare la partecipazione degli elettori in mobilità, riducendo gli ostacoli legati a spostamenti e tempi stretti tra residenza e luogo di lavoro o studio. Dal punto di vista organizzativo, i Comuni devono però predisporre sezioni speciali dedicate e garantire tutte le misure per mantenere la trasparenza e la regolarità del voto.
Con questa normativa il diritto di voto si avvicina maggiormente alla realtà delle persone che vivono in condizioni di mobilità prolungata. Lo strumento amministrativo e tecnologico permette un riconoscimento più preciso e una più ampia possibilità di partecipazione democratica ai referendum cruciali del 2025.