Tra soli due giorni gli Stati Uniti si preparano a vivere un momento cruciale della loro storia politica. Le elezioni presidenziali del 2024 vedranno in lizza Kamala Harris e Donald Trump, un confronto che promette di essere avvincente. La corsa è stata caratterizzata da eventi significativi, tra cui un dibattito che ha messo in luce le fragilità del presidente uscente Joe Biden, portandolo a decidere di ritirarsi dalla competizione. Questo avvenimento segna un cambiamento nel panorama politico e suscita interrogativi su quali saranno gli sviluppi futuri.
La corsa presidenziale e il ritiro di Joe Biden
L’arte della campagna elettorale ha visto un’inizio ufficiale il 27 giugno 2023 ad Atlanta, dopo un dibattito andato male per Joe Biden, il quale ha affermato di essersi sentito debole e confuso durante le interazioni. Questa situazione lo ha portato il 21 luglio a comunicare, tramite una lettera sui social media, la sua scelta di non candidarsi nuovamente, definendola una decisione “necessaria per il bene del Paese”. Biden è stato il presidente più recente a ritirarsi da una corsa elettorale; l’ultimo a fare ciò fu Lyndon B. Johnson nel 1968, in un contesto di crescente disaffezione e contrasti interni al partito, amplificati dalla controversa guerra del Vietnam.
Con la scelta di Biden di ritirarsi, la scena elettorale si è aperta per Trump, che ha vinto con ampio margine le primarie repubblicane, riaffermando la sua posizione di leader tra le file del partito. Trasversale alle politiche che ha promosso, c’è il principio dell’“America First”, che enfatizza la priorità della crescita economica nazionale, la sicurezza interna e una postura più decisa nella politica internazionale. La campagna di Trump ha sempre avuto toni provocatori e forti, orientata a distaccarsi dal tradizionale approccio politico, un elemento che ha contribuito a consolidare il suo pacchetto elettorale.
Chi è Donald Trump: dall’imprenditore al presidente
Nato il 14 giugno 1946 nel distretto di Queens a New York, Donald Trump ha costruito la sua carriera partendo dall’azienda di famiglia, la Trump Organization. Inizialmente dedicata a progetti di edilizia residenziale a basso costo, Trump ha ampliato l’attività verso soluzioni di lusso, come la celebre Trump Tower. La sua notorietà è aumentata negli anni ‘80 grazie a varie apparizioni televisive, culminando nella conduzione del reality show “The Apprentice”, dove il suo iconico “You’re fired!” è diventato un segno distintivo della sua immagine pubblica.
Nel 2016, la sua ascesa politica culminò nell’elezione come presidente degli Stati Uniti, diventando il primo candidato senza esperienze politiche o militari. Durante il suo presidio, ha fatto fronte a numerosi eventi controversi, tra i quali spicca l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, avvenuto a seguito della sua sconfitta nelle elezioni contro Joe Biden. Trump ha mantenuto un nutrito seguito tra gli elettori repubblicani, venendo riconfermato come candidato chiave del partito nelle attuali primarie.
La sua amministrazione è stata caratterizzata da politiche controverse in materia di deregulation, tasse e immigrazione, mentre i suoi mandati sono stati funestati da due procedimenti di impeachment, successivamente archiviati dal Senato. Le sfide legali in corso, tra cui una nota causa di diffamazione con l’ex attrice Stormy Daniels, mettono in luce un percorso tumultuoso nella sua carriera sia come imprenditore che come politico.
Kamala Harris: la carriera politica di una pioniera
Kamala Harris è nata a Oakland, California, il 20 ottobre 1964, da una madre indiana e un padre giamaicano. Trasferitasi a San Francisco, ha iniziato una carriera giuridica come assistente procuratrice distrettuale nel 1990. In seguito, è diventata procuratrice distrettuale della città e, nel 2010, ha assunto l’incarico di procuratrice generale della California, il che l’ha resa la prima donna afroamericana e sudasiatica a ricoprire tale ruolo.
Durante il suo mandato, Harris ha puntato l’attenzione su diritti civili, riforma penale e protezione del consumatore, guadagnando notorietà per il suo attivismo in queste aree. Nel 2016 è diventata senatrice, aggiudicandosi il primato di prima donna con origini indiane e afroamericane a rappresentare la California al Congresso. Le sue politiche vertono sulla giustizia sociale, l’uguaglianza di genere e il cambiamento climatico, tematizzazioni che riflettono il suo passato da ex procuratrice.
Nel 2020, la sua carriera ha preso una piega significativa quando è stata nominata candidata vicepresidente da Biden. Con questa posizione, ha fatto la storia diventando non solo la prima donna, ma anche la prima persona di origini afroamericane e indiane a ricoprire tale incarico. La sua esperienza e il suo impegno la rendono una figura centrale in questi giorni, mentre il Paese si avvicina a elezioni cruciali.
Harris ha dato risalto alla sua formazione culturale, poiché è cresciuta in una famiglia mista e ha sempre combattuto contro l’ingiustizia razziale. È nota per le sue ricette culinarie, in particolare il “mac and cheese”, che ha affermato rappresentare la sua identità culturale. Già inclusa tra le 100 persone più influenti del mondo dal Time nel 2017, continua a farsi portavoce di varie problematiche sociali, cercando di apportare un cambiamento richiestissimo nella società americana.
Ultimo aggiornamento il 3 Novembre 2024 da Sara Gatti