La carriera di Ema Stokholma, nota dj e conduttrice, è caratterizzata da un passato turbolento che l’ha forgiata come professionista e come persona. Intervenuta al Giffoni Film Festival, Stokholma ha condiviso la sua storia personale e professionale, offrendo spunti di riflessione sul concetto di resilienza e autoaffermazione. La sua esperienza, segnata da sfide e trasformazioni, si intreccia con una valorizzazione del futuro, che stimola il dibattito tra i giovani partecipanti al festival.
Un passato segnato da violenza e ansia
Esercizio di resilienza: la trasformazione personale
La conduttrice ha aperto il suo intervento parlando delle esperienze traumatiche vissute durante l’infanzia. “Ho vissuto in un ambiente molto violento e abusante”, ha raccontato, esprimendo il dolore e la paura che ha sperimentato fin da giovane. Questa realtà l’ha portata a vivere in uno stato di depressione e ansia sin dalla sua infanzia. Ema ha sottolineato come, nonostante le difficoltà, avesse già in mente un desiderio di cambiamento che l’ha spinta ad affrontare il suo passato con coraggio.
Nonostante gli alti e bassi, Stokholma ha scelto di vedere il futuro come un’opportunità, anziché come una continuazione delle sofferenze passate. La sua esperienza di terapia, che dura da dieci anni, è diventata un elemento fondamentale per il suo benessere emotivo. “Senza di essa, non avrei potuto godere delle cose che mi succedono”, ha dichiarato, evidenziando l’importanza di prendersi cura della propria salute mentale.
Messaggio ai giovani: mantenere la speranza
Ema non ha esitato a offrire consigli a chi si trova in situazioni simili a quelle che ha vissuto. Rivolgendosi a se stessa nel periodo più buio, ha affermato che, se avesse potuto tornare indietro, avrebbe esortato la sua versione adolescente a resistere e a lottare per un futuro migliore. La sua narrazione è emersa come un messaggio di speranza per i giovani partecipanti al festival, incoraggiandoli a credere in un futuro senza paura e ad allontanarsi da ambienti tossici.
L’arte come rifugio e strumento di espressione
La passione per la pittura
Durante il suo intervento, Ema ha anche condiviso la sua passione per l’arte, esprimendo quanto la pittura le consenta di sentirsi radicata e centrata. “Dipingere è la cosa che mi fa sentire più centrata in assoluto”, ha affermato con entusiasmo. Questa forma di espressione artistica rappresenta per lei una via per esplorare le emozioni e per affrontare le sfide della vita, un’attività che le permette di canalizzare il suo dolore in creatività.
Versatilità nel mondo dello spettacolo
Stokholma ha parlato anche della sua carriera nello spettacolo, sottolineando le difficoltà affrontate nel farsi accettare in un ambiente spesso guidato da pregiudizi. Lo snocciolare delle sue esperienze di lavoro, che spaziano dalla musica alla televisione, testimonia un approccio eclettico e una continua ricerca di crescita personale e professionale. Ha spiegato che inizialmente la sua versatilità era vista come un difetto, con gli addetti ai lavori che si chiedevano se fosse capace in tutti i suoi ambiti di intervento. Tuttavia, per lei, ogni esperienza è una lezione e un’opportunità.
“Il mio lavoro è come una scuola”, ha commentato, sottolineando l’importanza dell’aggiornamento continuo e della diversità culturale. L’amore per le varie forme d’arte e le differenti influenze hanno permesso a Ema di costruire una carriera solida e autentica, rivelando un approccio alla vita ricco di curiosità e passione.
Insegnamenti per il futuro
Il messaggio di Ema Stokholma al Giffoni Film Festival è chiaro: il passato, per quanto difficile, non deve essere un fattore limitante nel percorso di vita di una persona. L’importanza di allontanarsi da situazioni nocive, di cercare aiuto e di abbracciare le proprie passioni emerge come un tema centrale della sua narrazione. Attraverso la sua storia, Ema diventa un simbolo di speranza e resilienza, invitando i giovani a guardare avanti e a lottare per la propria felicità e realizzazione.