Email anxiety: la posta elettronica come fonte di stress nel mondo del lavoro

L’uso crescente delle email nel lavoro genera ansia tra i dipendenti statunitensi, con impatti negativi sulla salute mentale e la carriera, mentre le nuove generazioni richiedono un approccio comunicativo più informale.
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Email anxiety: la posta elettronica come fonte di stress nel mondo del lavoro - Gaeta.it

Il tema delle email nel contesto lavorativo sta guadagnando sempre più attenzione, specialmente in relazione al loro impatto sul benessere mentale. Una ricerca condotta da Babbel, in collaborazione con OnePoll, ha rivelato che una significativa percentuale di lavoratori statunitensi vive una vera e propria ansia da email, con ripercussioni sulla loro salute e sulla carriera. I dati emergenti offrono una chiara immagine della situazione attuale.

L’impatto delle email sul benessere dei lavoratori

L’importanza della posta elettronica nel contesto lavorativo è indiscutibile. Infatti, rappresenta uno degli strumenti principali di comunicazione professionale, consentendo rapidi scambi di informazioni. Tuttavia, la sua diffusione ha anche portato a una maggiore pressione e stress. Sebbene un buon 60% dei lavoratori statunitensi affermi di sentirsi sopraffatto dal numero di email ricevute, l’atmosfera di lavoro moderna non sembra facilitare la situazione. Il 39% degli intervistati manifesta il desiderio di ridurre il numero di email ricevute nei prossimi cinque anni, mentre una porzione più piccola, il 25%, sembra aperta a riceverne di più. Quest’ultimo dato potrebbe suggerire una preferenza verso la comunicazione scritta rispetto a quella verbale.

Un altro aspetto rilevante emerso dalla ricerca è la procrastinazione nell’aprire le email, pratica diffusa tra i lavoratori. Uno statunitense su 100 ha più di 50.000 email non lette nella propria casella di posta, e il 18% ha accumulato oltre 1.000 messaggi. Da notare che i più giovani, in particolare la Generazione Z, faticano maggiormente a gestire questa situazione, con il 36% che non riesce a mantenere una casella di posta in arrivo sotto controllo.

La natura permanente delle email, contrariamente ad altri mezzi di comunicazione digitali, contribuisce all’ansia. Infatti, il 28% dei lavoratori ha dichiarato che un’email inviata ha avuto ripercussioni negative sulla propria carriera. La sensazione di rimpianto dopo l’invio di un messaggio è comune, con l’88% degli intervistati che ha confessato di aver provato tale sentimento. Tra queste, la Generazione Z mostra un’alta incidenza, con il 21% che ha sperimentato questa sensazione.

La comunicazione formale e le aspettative attuali

Le email, storicamente considerate una forma di comunicazione formale, sono oggi soggette a variazioni nello stile e nel linguaggio. L’85% degli intervistati ha confermato che il tono utilizzato per scrivere un’email è molto diverso da quello adottato nella comunicazione quotidiana, e ben il 17% trova questa differenza sostanziale. Questo aspetto indica una certa rigidità nel mantenere standard di comunicazione che potrebbero sembrare obsoleti per le nuove generazioni.

In aggiunta, la percezione degli errori di battitura nelle email è molto severa; quasi la metà dei partecipanti preferirebbe evitare tali errori nelle comunicazioni lavorative. Allo stesso tempo, i messaggi automatici, come quelli di ‘out of office’, suscitano reazioni contrastanti, con un terzo delle persone che ha espresso frustrazione dopo averne letto uno. La Generazione Z è particolarmente sensibile a questo, registrando una percentuale di irritazione del 48%, rispetto al 19% dei Baby Boomer.

Infine, la firma via email è diventata un giudice del profilo professionale di una persona. Oltre il 79% degli intervistati ammette di aver valutato un collega, o un potenziale collaboratore, sulla base della firma utilizzata, evidenziando l’importanza di questi dettagli nella comunicazione professionale.

Evoluzione delle norme di comunicazione e nuove generazioni

Con l’avvicendarsi delle generazioni nel mondo del lavoro, le norme di “galateo” relative alle email stanno subendo significativi cambiamenti. La ricerca ha dimostrato che una maggioranza dei rispondenti, oltre il 50%, approva l’uso di emoji nelle email aziendali, mentre solo il 29% lo ritiene inappropriato. Questa apertura verso un linguaggio più informale indica un cambiamento nei valori di comunicazione tra colleghi.

Esteban Touma, esperto culturale di Babbel, ha sottolineato come le email, sebbene considerate un metodo tradizionale, abbiano un ruolo fondamentale nel tessuto della comunicazione. La pressione derivante dalla loro formalità può contrastare con l’interazione più rilassata tipica delle piattaforme social. Il cambiamento nei comportamenti comunicativi, che include anche l’uso di un linguaggio più giocoso e l’integrazione di emoji, è un segnale della fusione tra i vari mezzi di comunicazione. Con le nuove generazioni che crescono in un ambiente digitale, il quadro della comunicazione professionale continua a evolversi, rispondendo a esigenze e aspettative sempre nuove.

Ultimo aggiornamento il 22 Novembre 2024 da Armando Proietti

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