In queste ore, la questione della canapa industriale si è trasformata in una battaglia politica e sociale in Abruzzo. I rappresentanti del Movimento 5 Stelle stanno lanciando un appello al governo e alla Regione per difendere il settore delle imprese produttrici di canapa, messe a dura prova da un emendamento in discussione al Senato. Questo provvedimento, secondo l’opposizione, non solo è privo di fondamento scientifico ma rischia di compromettere gravemente migliaia di posti di lavoro e l’economia regionale.
L’allerta del Movimento 5 Stelle
Durante la riunione in Commissione agricoltura, è stata portata alla luce la risoluzione proposta dalla Consigliera Erika Alessandrini, che ha ottenuto il sostegno unanime di tutti i consiglieri dell’opposizione. Secondo i membri del Movimento 5 Stelle, l’emendamento legato al DDL Sicurezza tende a confondere la “canapa sativa L” — pianta con percentuali di THC inferiori allo 0,2% — con la marijuana, dove questa sostanza psicotropa è presente in concentrazioni ben superiori al 20%. I consiglieri hanno denunciato che tale confusione crea un pericolo reale per il settore agricolo e produttivo abruzzese, riconosciuto per la sua importanza storica e culturale nel nostro Paese.
La dubbia giustificazione dell’emendamento è vista come un attacco diretto a una pianta storicamente coltivata in Italia per molteplici scopi, che spaziano dall’industria farmaceutica a quella tessile, alimentare e cosmetica. L’associazione di questa cultivar a sostanze nocive è considerata da molti come un semplice strumento politico per veicolare messaggi ideologici senza alcuna evidenza scientifica.
Il rischio di una crisi economica
La proposta del governo non si limita a creare confusione terminologica, ma potrebbe portare a conseguenze devastanti. Se l’emendamento diventerà legge, esso prevede un divieto quasi totale su tutto il ciclo produttivo della canapa, dalla coltivazione alla distribuzione. Questo non colpirà solo le singole aziende, ma metterà a rischio il lavoro di 15.000 persone e causerà un crollo economico con un fatturato totale di circa mezzo miliardo di euro.
La lotta del Movimento 5 Stelle, dunque, è incentrata su una richiesta di unità tra le forze politiche. La necessità di opporsi a quello che i consiglieri considerano un attacco insensato è diventata una priorità . La crisi del settore agricolo, già compromesso da altri fattori economici generali, potrebbe aggravarne ulteriormente la situazione, lasciando molte famiglie senza un sostegno economico e senza prospettive future.
Esempi positivi di imprenditoria abruzzese
Tra le voci di protesta si alza quella della consigliera Alessandrini, la quale sottolinea quanto il settore della canapa in Abruzzo sia ancorato a una cultura di lavoro e innovazione, rappresentata in particolare da giovani imprenditori. Un esempio emblematico è l’azienda Green Valley, situata a Castelvecchio Subequo, attiva da circa tredici anni e dedicata alla coltivazione della canapa. Questa realtà ha creato posti di lavoro per 15 famiglie e ha contribuito al recupero di terreni abbandonati, riqualificando un’area che ha vissuto un drammatico impoverimento demografico e sociale.
Se l’emendamento anti-canapa dovesse passare, realtà produttive come Green Valley, nonostante gli sforzi e gli investimenti effettuati, si troverebbero costrette a chiudere i battenti. Inoltre, l’assenza di divieti sul consumo di prodotti alimentari, cosmetici e farmaceutici a base di canapa importati dall’estero porterà a un ulteriore svantaggio per le aziende italiane, che si vedranno sottrarre quote di mercato da competitor stranieri.
Il dibattito sul futuro della canapa in Abruzzo si configura così come una questione cruciale per il mantenimento di un’economia locale vitale e per la promozione di iniziative sostenibili e innovative in un settore che ha tutte le potenzialità per crescere e svilupparsi.