Nella semiperiferia di Roma, a pochi passi dalla metro Battistini, 32 famiglie stanno vivendo un grave disagio a causa di un’evacuazione forzata avvenuta oltre un mese fa. Costretti a lasciare le loro abitazioni per motivi di sicurezza, questi cittadini si trovano ora nel limbo, senza certezze sulla loro prossima sistemazione. L’evacuazione è avvenuta a causa della pericolosità di un palazzo vicino, ma la mancanza di soluzioni adeguate ha portato a una situazione insostenibile per molte di queste persone, specialmente per le più vulnerabili.
Le famiglie evacuate e le loro difficoltà quotidiane
Gli sfollati, provenienti da due condomini, hanno trascorso il periodo natalizio e le festività in alloggi messi a disposizione dalle istituzioni. Purtroppo, le loro uniche proprietà rimaste sono quelle recuperate in passate visite brevi, seguito da un appuntamento e scortate dai vigili del fuoco. Il numero di persone coinvolte non è insignificante: si conta la presenza di 16 ultraottantenni, due disabili e un neonato di soli sei mesi, fino a un anziano di 99 anni. Maurizio Galli, amministratore del condominio e sfollato insieme alla sua famiglia, ha descritto la vicenda come “un incubo” per le persone più fragili, che stanno affrontando un’assenza di risposte e una continua incertezza sulla loro situazione.
La mancanza di informazioni ufficiali sulla data di rientro nelle abitazioni ha contribuito ad acrimonia e frustrazione tra gli sfollati. Galli rileva che l’improvvisa evacuazione ha avuto un impatto devastante sulle vite di coloro che sono stati costretti a lasciare il loro ambiente familiare. I residenti stanno affrontando difficoltà nel gestire questa nuova realtà, aggravata dall’accumularsi di tensioni legate alla situazione sanitaria e psicologica di alcuni membri più anziani e vulnerabili.
L’appello alle autorità locali
Dopo settimane di riunioni e lettere di sollecito, le famiglie hanno espresso la loro richiesta alle autorità in merito al rispetto dell’ordinanza del sindaco del 13 dicembre 2024, che prevede la messa in sicurezza del palazzo di Largo Gregorio XIII 10 e il relativo rientro nei propri alloggi. I rappresentanti dei condomini chiedono inoltre un presidio fisso di polizia, soprattutto nelle ore notturne, per garantire la sicurezza dell’area attualmente interdetta.
L’amministratore Galli ha sottolineato come, nonostante il comportamento collaborativo e il rispetto delle direttive da parte degli sfollati, non abbiano ricevuto uguale considerazione dalle istituzioni coinvolte nel gestire questa emergenza. Lo stato di abbandono percepito nel loro territorio ha generato una crescente ansia tra gli abitanti delle zone confinanti, rendendo più urgente una risposta concreta da parte delle autorità locali.
Impatti sulla salute e sul benessere dei cittadini
Le ripercussioni di questa evacuazione non si limitano solo all’aspetto abitativo. Diversi residenti, specialmente coloro con patologie preesistenti, hanno visto la loro salute deteriorarsi a causa delle condizioni in cui ora si trovano costretti a vivere. Nella lettera inviata al gabinetto del sindaco Roberto Gualtieri e ad altre autorità competenti, è stato segnalato il decesso di una condomina e il ricovero di un altro abitante, casi che mettono in luce la gravità della situazione, aggravata dall’assoluta mancanza di sostegno pratico e assistenziale.
La somma di questi problemi ha cominciato a disumanizzare la gestione delle situazioni sanitarie già complesse, spingendo le famiglie a chiedere un intervento immediato per ripristinare la loro dignità e il loro benessere. Gli sfollati hanno espresso la speranza di poter tornare presto a casa e riprendere una vita normale, ma senza un piano d’azione chiaro e tempestivo da parte delle autorità, questa aspirazione rischia di rimanere solo un sogno.
Ultimo aggiornamento il 4 Gennaio 2025 da Marco Mintillo