Emergenza al pronto soccorso del Grassi di Ostia: pazienti trasferiti per sovraffollamento

Emergenza al pronto soccorso del Grassi di Ostia: pazienti trasferiti per sovraffollamento

Il pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia è in crisi per sovraffollamento, con pazienti trasferiti in aree non idonee e carenze strutturali che aggravano la situazione sanitaria.
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Emergenza al pronto soccorso del Grassi di Ostia: pazienti trasferiti per sovraffollamento - Gaeta.it

La situazione al pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia sta raggiungendo livelli critici. Negli ultimi giorni, il sovraffollamento ha costretto il personale a trasferire pazienti in altre aree non dedicate all’emergenza, come la “week surgery“. Questo scenario di crisi sanitaria coinvolge direttamente un bacino d’utenza di circa cinquecento mila cittadini, generando attese lunghe e disagi sia per i pazienti che per gli operatori sanitari.

Pronto soccorso sotto pressione

Il pronto soccorso dell’ospedale Grassi è in uno stato di emergenza a causa dell’afflusso massiccio di malati, in gran parte legato a una serie di fattori concomitanti. L’ospedale, unico punto di riferimento del litorale romano, ha visto un incremento esponenziale delle richieste di assistenza. La soluzione adottata, cioè il trasferimento dei pazienti nella “week surgery“, ha portato alla sospensione delle operazioni programmate, creando difficoltà per coloro che avevano necessità di interventi chirurgici a carattere non urgente. La “week surgery” è progettata per ospitare ricoveri brevi, mentre ora viene utilizzata per gestire un’emergenza che non rientra nelle sue funzioni primarie.

In aggiunta, i pazienti critici che dovrebbero essere accolti nella terapia sub-intensiva si trovano a essere seguiti in un’area non adeguata, causando un’ulteriore grave criticità. Infatti, la nuova terapia sub-intensiva, inaugurata a luglio, non sta operando come previsto e non sta accogliendo i malati in condizioni critiche. Questo ha aumentato il peso di lavoro per il personale medico, che deve gestire un numero di casi superiore rispetto alla normale capacità del dipartimento.

Mancanza di risorse e criticità strutturali

Secondo una comunicazione interna, la direttrice medica Gabriella Ergasti ha indicato a varie strutture di rimandare dieci pazienti dall’area di pronto soccorso alla “week surgery“. Questo trasferimento rende ardua la gestione delle responsabilità sanitarie, affidando il compito di diagnosi agli infermieri, che hanno il compito di riferire ai medici specializzati, complicando ulteriormente il lavoro quotidiano. È evidente che lo stesso staff deve adattarsi a una logistica inadeguata, incrementando il rischio di errori e ritardi nelle cure.

La carenza di posti letto negli altri dipartimenti ha contribuito alla crescente pressione sul pronto soccorso. Anche se nel 2022 erano stati promessi ampliamenti della rianimazione, solo una parte dei posti disponibili è attiva. Le conseguenze di questa insufficienza di spazi sono ora evidenti, dimostrando che le promesse fatte non si sono tradotte in realtà.

Critiche e situazioni nelle strutture vicine

Il dipartimento di emergenza del Grassi non è l’unico a subire le conseguenze di questa emergenza. Le strutture private accreditate, come l’Istituto clinico di Casalpalocco e il Policlinico Di Liegro, presentano anch’esse limiti nella loro capacità d’accoglienza, ricoverando pazienti solo dopo le 14 e in numero ridotto. Questo fa sì che i carichi di lavoro si accumulino nel pronto soccorso dell’ospedale Grassi, esacerbando una crisi che già si manifesta in modo preoccupante.

La consigliera del partito Democratico, Emanuela Droghei, ha criticato la situazione, rimarcando l’impossibilità di gestire i flussi, considerando anche lo stato attuale dell’ospedale, che è contornato da cantieri, creando ulteriori disagi per pazienti e operatori sanitari. L’impressione generale è che ci sia un’urgenza di intervento e di pianificazione strategica per garantire un adeguato servizio sanitario e una risposta efficace alle esigenze dei cittadini. La salute deve tornare a essere una priorità nella gestione dei servizi pubblici, senza più rimandi o giustificazioni.

Ultimo aggiornamento il 10 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina

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