Emergenza demografica nelle aree interne: il calo delle nascite e il futuro della ricostruzione

Emergenza demografica nelle aree interne: il calo delle nascite e il futuro della ricostruzione

Il commissario Guido Castelli avverte del calo demografico nelle regioni interne, evidenziando l’importanza di politiche attive e investimenti per la rinascita economica e sociale post-sisma.
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Emergenza demografica nelle aree interne: il calo delle nascite e il futuro della ricostruzione - Gaeta.it

Il calo demografico nelle regioni interne del Paese sta diventando un problema cruciale per il loro futuro. Questo è emerso durante la presentazione del libro “Mediae Terrae. Dopo il terremoto: la rinascita dell’Italia centrale oltre la fragilità del territorio” tenuta da Guido Castelli, commissario straordinario per la ricostruzione. L’evento si è svolto presso l’Università di Macerata e ha portato all’attenzione temi di vitale importanza per la rivitalizzazione dei territori colpiti dal sisma.

Dati preoccupanti sulla fecondità in Italia

Durante il suo intervento, Castelli ha evidenziato i dati Istat, rivelando che nel 2024 il tasso di fecondità in Italia è sceso a 1,18 figli per donna. Questo segna un nuovo minimo storico, superando il precedente record negativo del 1995. Il commissario ha sottolineato che tali dati sono particolarmente allarmanti per le comunità delle zone già duramente colpite dal terremoto del 2016. Questo calo demografico non solo minaccia la vitalità economica e sociale delle aree interne, ma rappresenta un pensiero angosciante per la ricostruzione stessa. Castelli ha invitato gli studenti a considerare la sfida del neopopolamento e come questa possa essere la chiave per rilanciare non solo i territori, ma anche i legami sociali e le relazioni economiche all’interno delle stesse comunità.

L’importanza di una ricostruzione multifattoriale

Il rettore dell’Ateneo, John McCourt, ha partecipato attivamente alla discussione e ha enfatizzato l’importanza di un approccio globale alla ricostruzione. Ha dichiarato che l’obiettivo non è solo il ripristino delle strutture fisiche, ma anche il potenziamento degli aspetti economici, sociali e culturali. McCourt ha paragonato il processo di ricostruzione a una riabilitazione dopo un grave malessere, sottolineando che il primo soccorso è fondamentale, ma che i successivi interventi devono mirare a restituire vita e attrattività ai borghi, rendendoli più appetibili anche per il turismo.

Esempi di rinascita e ripristino

Una delle iniziative citate durante l’incontro è stata la riqualificazione delle sedi dell’ateneo danneggiate dal sisma, sottolineata dalla direttrice del Dipartimento di Economia e diritto, Elena Cedrola. Ha messo in evidenza come questi spazi siano essenziali per gli studenti, specialmente in un periodo post-pandemia, in cui la presenza fisica è sempre più necessaria. Il docente di diritto tributario, Giuseppe Rivetti, ha definito l’opera di Castelliun atto d’amore verso il territorio“. Questo richiamo rappresenta un segnale chiaro della necessità di politiche attive volte a incentivare la permanenza delle comunità nelle aree interne, evitando l’emigrazione e favorendo lo sviluppo locale.

Misure attuate per il rilancio delle aree interne

Castelli ha illustrato alcune misure già avviate per rendere le regioni interne più sicure e attrattive. Tra queste spicca il progetto “Next Appennino“, che prevede un investimento di circa 2 miliardi di euro, mirato a migliorare la viabilità e favorire la digitalizzazione. Essentiali sono anche gli investimenti per la creazione di data center avanzati e la semplificazione burocratica, tutti elementi che, se combinati, possono contribuire a cambiare il volto delle aree colpite dal sisma. “L’Università e la formazione continua giocheranno un ruolo fondamentale per il futuro del cratere“, ha concluso il commissario, mettendo in luce il legame tra istruzione e opportunità in un contesto di ricostruzione.

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