Emergenza nelle carceri: nel 2024 i suicidi potrebbero superare i tragici numeri del 2022

Emergenza nelle carceri: nel 2024 i suicidi potrebbero superare i tragici numeri del 2022

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Emergenza nelle carceri: nel 2024 i suicidi potrebbero superare i tragici numeri del 2022 - Gaeta.it

L’attuale estate sta evidenziando un drammatico incremento dei suicidi nelle carceri italiane, con i numeri che sembrano destinati a superare quelli già allarmanti del 2022. Fatti e statistiche si succedono, delineando un caos che richiede l’attenzione di tutte le istituzioni; nel 2023, si sono registrati 70 suicidi accertati, mentre il bilancio di quest’anno continua a crescere a un ritmo inquietante. Le segnalazioni di associazioni come Antigone e i dati forniti dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale tracciano un quadro preoccupante, rendendo evidente la necessità di interventi urgenti.

L’andamento preoccupante dei suicidi

Un’analisi delle statistiche

La situazione nelle carceri italiane è drammatica: sabato 3 agosto, il numero di suicidi accertati ha raggiunto quota 61, con una media di uno ogni tre giorni. Se il trend attuale dovesse persistere, si prevede che a fine anno i suicidi potrebbero arrivare a toccare punte storiche, superando i dati già negativi del 2022, in cui si contarono ben 85 morti. I tassi di mortalità negli istituti penitenziari sono in costante crescita, tenendo conto che negli ultimi dieci anni ben 556 detenuti hanno fatto registrare una morte per suicidio. Se aggiungiamo le proiezioni del 2024, il conteggio totale delle tragedie dietro le sbarre oltrepassa la soglia delle 600 vittime.

Le storie dietro i numeri

Ogni cifra rappresenta una vita spezzata, una storia di sofferenza e disperazione. Molti dei detenuti che si sono tolti la vita avevano alle spalle una storia complessa, spesso segnata da patologie psichiatriche e precarietà abitativa. Tra le più rilevanti, si segnalano due donne che si sono suicidate, una a Bologna e l’altra nel carcere di Le Vallette a Torino. La fascia d’età degli suicidi si attesta mediamente attorno ai 40 anni, ma il bollettino include anche un ultrasessantenne e sei giovani adulti fra i 18 e i 25 anni.

Cause e situazioni di rischio

La fragilità del sistema carcerario

L’analisi del Garante dei detenuti rivela che quasi il 50% delle persone che si sono tolte la vita ha compiuto il gesto tragico nei primi sei mesi di detenzione. Dei numerosi suicidi, sei sono avvenuti nei primi 15 giorni di reclusione, con tre casi accaduti addirittura entro i primi cinque dalla loro entrata nel carcere. Un dato preoccupante, che pone interrogativi sul processo di accoglienza e supporto dei nuovi detenuti.

Condanne e statistiche

Soltanto il 38% dei detenuti che si sono suicidati risultava condannato in via definitiva, suggerendo la presenza di un’ampia massa di utenti in una fase di incertezza legale e psichica. Questa condizione di precarietà aumenta il rischio di gesti estremi, rendendo necessaria una riflessione da parte delle autorità e delle strutture preposte.

Celle e situazioni critiche

Le aree più colpite dai suicidi

Alcune carceri si sono distinte per l’alto numero di suicidi: il carcere di Poggioreale a Napoli, gli istituti di Pavia e Verona e le celle di Regina Coeli a Roma. Queste strutture hanno visto un incremento significativo di casi, evidenziando la necessità di interventi mirati e strategie di riabilitazione più efficaci. L’attenzione deve concentrarsi non solo sulle condizioni materiali delle strutture carcerarie, ma anche sul supporto psicologico e sociale da fornire ai detenuti, per evitare che i numeri continuino a crescere.

In questa situazione di crisi, è fondamentale che le autorità competenti si attivino efficacemente per affrontare il problema e garantire il rispetto dei diritti umani all’interno delle carceri.

Ultimo aggiornamento il 3 Agosto 2024 da Armando Proietti

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