Più di 6 mila detenuti in Italia soffrono di disturbi mentali gravi, segnalando un problema sistemico che coinvolge la salute mentale nelle carceri. Questa emersione di dati, fornita dal Collegio Nazionale dei Dipartimenti di Salute Mentale nel suo report sulla giustizia, è stata portata alla luce da Samuele Ciambriello, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, durante un convegno dal titolo “Salute in carcere: un diritto negato?” tenutosi a novembre del 2024 all’Aula Siani del Consiglio regionale della Campania.
La situazione della salute mentale nei penitenziari italiani
Secondo il report, il 15% dei detenuti italiani, che conta oltre 62 mila persone, è affetto da malattie mentali severe. Questo dato pone in risalto la necessità di interventi immediati per garantire cure adeguate e strategie di reinserimento sociale. Ciambriello ha evidenziato come questi numeri non siano soltanto statistiche, ma rappresentino la vita di persone in difficoltà che meritano un’attenzione particolare da parte delle istituzioni. La carenza di personale specializzato, unita a strutture inadatte, crea un ambiente in cui le patologie mentali tendono a peggiorare, anziché migliorare.
Il contesto campano: sovraffollamento e problemi sanitari
In Campania, il problema è amplificato. Le strutture penitenziarie, con un numero di detenuti pari a 7.509 e una capienza di soli 5.584 posti, presentano un tasso di sovraffollamento del 134,47%. Questo scenario non solo aggrava le condizioni di vita dei detenuti, ma è anche causa di una serie di emergenze sanitarie. Le dipendenze da sostanze stupefacenti risultano elevate: nel 2024, sono stati registrati 1.793 tossicodipendenti ufficiali. Tali dipendenze non trattate contribuiscono a un incremento dei casi di malattie infettive come l’HIV.
In aggiunta, la dieta scadente e l’assenza di attività fisica hanno portato a un aumento di malattie come obesità, malattie cardiache e problematiche muscoloscheletriche. Ciambriello ha citato numeri preoccupanti riguardo alla salute dentale, con 433 casi, seguiti da 164 di ortopedia e 150 di ipertensione. È chiaro che le carceri, lungi dall’essere luoghi di recupero, si trasformano in focolai di problemi sanitari gravi.
Le proposte per un miglioramento delle condizioni sanitarie
Ciambriello ha presentato diverse proposte per affrontare questa situazione. Ha sottolineato l’importanza di migliorare le condizioni igienico-sanitarie all’interno delle carceri e l’esecuzione regolare di screening per le patologie croniche e infettive. L’obiettivo è quello di creare una rete nazionale di reparti ospedalieri specificamente dedicati ai detenuti, unendo giustizia, sanità e welfare. L’idea è quella di proporre un sistema di monitoraggio delle patologie che permetta una gestione più efficiente delle risorse, specialmente nelle carceri del Meridione.
Ciambriello ha evidenziato come un miglioramento della situazione possa portare anche a un’ottimizzazione dei costi per la sanità penitenziaria. Questo rappresenta non solo un vantaggio economico, ma anche un passo verso il riconoscimento della specificità della medicina penitenziaria. Con una maggiore integrazione tra settori, si potrebbero risolvere le necessità sociali e politiche, garantendo così una gestione più equa e giusta delle cure e dei diritti all’interno delle strutture carcerarie.