Il sistema dei pronto soccorso di Roma e del Lazio è attualmente in crisi, con un flusso elevato e costante di pazienti che confluiscono nei dipartimenti d’emergenza. I dati suggeriscono un aumento delle visite e una grave carenza di posti letto, complicando ulteriormente le operazioni di assistenza e gestione dei malati. Esaminiamo nel dettaglio la situazione critica che imperversa nei reparti d’emergenza.
I numeri allarmanti del pronto soccorso
Alle 15:30, i reparti d’emergenza della regione registravano livelli preoccupanti, con oltre 2.500 persone visitate nelle ultime 24 ore. Di esse, oltre 900 erano in trattamento, mentre più di 400 attendevano di essere visitati. Il dato più inquietante segnalava 965 pazienti, quasi il 40% degli accessi totali, ancora in attesa di un posto letto per il ricovero. La situazione negli otto principali ospedali di Roma è altrettanto drammatica, con 940 malati assorbiti dai pronto soccorso, di cui 450 attendevano il trasferimento verso reparti adatti.
Nonostante l’iniziativa del presidente della Regione, Francesco Rocca, che ha cercato di alleviare questa pressione “affittando” 350 posti letto nelle strutture private, il picco di affluenza rimane invariato. Al Policlinico Umberto I, 185 pazienti ricevevano assistenza; al Gemelli, 163; al San Camillo, 132; mentre i numeri al Policlinico Tor Vergata e al Sant’Andrea si attestarono rispettivamente a 120 e 105. Anche il Campus Bio-Medico ha visto un’utenza di 81 malati, nonostante il Pertini e il Sant’Eugenio registrassero 77 pazienti in attesa.
L’utilizzo inappropriato dei pronto soccorso
Nel tardo pomeriggio, seppur con una leggera diminuzione dei pazienti, con 2.288 presenti e 800 in attesa di ricovero, la problematica degli accessi inappropriati rimane critica. I dati parlano chiaro: su 885 pazienti già in cura nella regione, solo 82 presentavano codici rossi, che indicano una priorità urgente, mentre 271 erano classificati con codici arancioni. I codici minori, che comprendono situazioni meno gravi, mostrano un’affluenza inquietante: 394 codici azzurri , 126 verdi e 240 bianchi .
Questo scenario dimostra l’abuso delle strutture d’emergenza, con persone che ricorrono ai pronto soccorso per problemi che non richiederebbero necessariamente un intervento immediato. La gestione inadeguata di tali accessi porta a un ulteriore sovraccarico sul sistema, già sotto pressione.
Trend di ricoveri nei pronto soccorso della Capitale
Verso le 19, la situazione mostrava segni di miglioramento, con i pazienti in carico ridotti a 854 rispetto ai 940 precedenti. Analizzando i dati, si osserva una diminuzione significante nei vari ospedali: all’Umberto I il numero è calato a 169, al Gemelli a 151, e al San Camillo a 111. Anche Tor Vergata e Sant’Andrea hanno notato una diminuzione, rispettivamente a 105 e 93 pazienti. Tuttavia, non tutti gli ospedali hanno visto un miglioramento, come nel caso del Sandro Pertini, dove il numero di pazienti è aumentato da 77 a 81.
In questo frangente critico, 363 persone attendevano da più di 24 ore il trasferimento verso un reparto dopo essere state visitate. Queste attese prolungate non fanno altro che aumentare il carico di stress per il personale sanitario, già oberato da una mole di lavoro elevata e da una scarsità di risorse adeguate.
I dati riportano una situazione ancor più preoccupante, che richiede interventi tempestivi e incisivi per riformare un sistema ormai alle corde, e che necessita di una gestione più efficiente degli accessi al pronto soccorso.
Ultimo aggiornamento il 10 Gennaio 2025 da Marco Mintillo