In provincia di Caltanissetta, la drammatica situazione climatica sta mettendo in ginocchio gli agricoltori locali. Michele Cancemi, un esperto agricoltore di 57 anni, racconta la sua esperienza di lotta contro la siccità e le sue conseguenze devastanti sul raccolto, ponendo l’accento sulla gravità della situazione. Questa crisi non solo colpisce le coltivazioni, ma minaccia anche la sostenibilità economica delle comunità locali.
La crisi idrica e il declino dei raccolti
Un passato di resilienza agricola
Michele Cancemi ha ereditato dal suo lignaggio di agricoltori una vasta esperienza nel settore. Da leader nel commercio del grano PERCIASACCHI e produttore di KAMUT, ha sempre puntato sulla biodiversità delle colture, preservando tradizioni che affondano le radici in generazioni passate. Le annate agricole passate hanno spesso sfidato il clima, ma nel 1989, ad esempio, il suo raccolto ha subito danni significativi, pur mantenendo il 40% della produzione. Quest’anno, però, la sua situazione è ben più grave: «Siamo a zero, a marzo era già tutto secco», commenta sconsolato.
Danni irreversibili alle coltivazioni
La siccità ha già provocato danni irreversibili ai suoi raccolti di lenticchie, ceci e grano, impattando pesantemente sulla produzione per i prossimi anni. Non solo ha perso i prodotti di questa annata, ma ora si trova a fronteggiare anche una mancanza di semi da utilizzare nel prossimo ciclo di coltivazione. La gravità della situazione viene amplificata dalle restrizioni sui fondi di aiuto dell’AGEA, che provvedono ai produttori di materiali agrari registrati.
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che gli unici vegetali che resistono sono gli olivi e i mandorli, ma anche per questi è stata necessaria l’implementazione di sistemi di irrigazione ad hoc, segno che le risorse idriche disponibili sono sempre più limitate.
Laghi secchi e pozzi soffocanti
Una geografia cambiata dalla siccità
La descrizione che Cancemi fa dei suoi possedimenti è emblematica: i tre laghetti che una volta fornivano acqua ora sono asciutti. Negli anni passati, riusciva a stoccare riserve per 50 mila litri cubi d’acqua, mentre attualmente affronta l’arduo compito di attingere a un solo pozzo, peraltro sempre più profondo. «Ora devo arrivare a 45 metri per ottenere un po’ d’acqua», dichiara, evidenziando come le necessità idriche siano cresciute di pari passo con la crisi climatica.
Solidarietà tra agricoltori
In un contesto così difficile, la solidarietà tra agricoltori diventa fondamentale. Cancemi osserva come alcuni dei suoi vicini si trovino in una situazione ancora peggiore, privi di qualsiasi fonte d’acqua per dissetare gli animali. Nonostante i divieti che regolano la distribuzione dell’acqua, la compassione porta molti agricoltori a condividere quanto possono: «Finché ne abbiamo, però, perché mancano ancora agosto e settembre…». La preoccupazione per la stagione futura aumenta, poiché il rischio di un ulteriore deterioramento della situazione è concreto.
Michele Cancemi rappresenta solo una delle voci di un dramma più ampio che riguarda la comunità agricola del sud Italia. La lotta contro la siccità richiede un intervento urgente e strategico per garantire un futuro sostenibile per l’agricoltura e le economie locali.