Il carcere romano di Regina Coeli si trova in una situazione critica con il suo tasso di affollamento che ha raggiunto il 185%, come riportato dai dati del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Con 1157 detenuti a fronte di 624 posti disponibili, il penitenziario rappresenta uno dei casi più gravi di sovraffollamento in Italia. Questa realtà è emersa durante la visita del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, che ha evidenziato le problematiche critiche che affliggono l’istituto.
La visita di Stefano Anastasìa
Incontro con la direttrice
Durante il suo sopralluogo, Stefano Anastasìa ha avuto un incontro con la direttrice dell’istituto, Claudia Clementi. Qui sono state discusse le questioni principali che colpiscono Regina Coeli, con uno focus particolare sul sovraffollamento che riduce drasticamente le condizioni di vita dei detenuti. Anastasìa ha messo in evidenza le necessità urgenti di intervento, sottolineando come la situazione attuale non possa più essere tollerata.
Colloqui con il personale
Il Garante ha poi incontrato Francesco Salemi, il comandante dell’istituto, per un altro momento di confronto. Questo colloquio si è rivelato cruciale, soprattutto alla luce di recenti episodi di protesta, che hanno messo in evidenza la frustrazione dei detenuti e del personale. La carenza di agenti di polizia nelle strutture penitenziarie è stata un argomento di discussione fondamentale, poiché influisce negativamente sulla sicurezza e sull’ordine interno.
Condizioni di vita nelle sezioni
Prima sezione: danneggiamenti e problematiche strutturali
Nel corso della visita, Anastasìa ha avuto modo di visitare sia la prima che la terza sezione del carcere. Nella prima sezione, il Garante ha notato segni evidenti di danneggiamenti recenti, ma anche carenze strutturali pre-esistenti che richiedono un intervento urgente. Le stanze mostrano i segni di una mancanza di manutenzione e i detenuti, in condizioni già difficili, si trovano a dover affrontare un ambiente insoddisfacente e inadeguato.
Terza sezione: mancanze e disagi
Nella terza sezione, Anastasìa ha riscontrato che molte stanze di pernottamento erano prive di tavoli e sgabelli, costringendo i detenuti a consumare i pasti in piedi. Questa situazione non solo compromette la dignità degli individui, ma rende anche la vita quotidiana particolarmente difficile. Durante la sua visita, il Garante ha avuto l’opportunità di dialogare con diversi detenuti, raccogliendo le loro testimonianze e le richieste a riguardo.
Aspettative per il futuro
Richieste al governo
Stefano Anastasìa ha concluso la sua visita con un forte appello al Parlamento e al Governo, sottolineando l’urgenza di un intervento significativo e tempestivo sulla questione carceraria in Italia. Durante l’ultimo incontro con la Conferenza dei garanti territoriali, il ministro Nordio aveva promesso misure nuove dopo il deludente decreto ‘carcere sicuro’, ma la mancanza di concretezza sta generando disillusioni. “La situazione non può continuare così”, ha affermato Anastasìa, esprimendo la legittima preoccupazione per il benessere dei detenuti e del personale operativo.
Questa visita ha messo in evidenza un’emergenza che richiede un’attenzione immediata, affinché possa iniziare un percorso di riforma del sistema penitenziario, per garantire a tutti una vita dignitosa e rispettosa dei diritti umani.