Emilia-Romagna celebra l'8 marzo con l'esposizione “Figlie dell'infinito” di Ilaria Margutti

Emilia-Romagna celebra l’8 marzo con l’esposizione “Figlie dell’infinito” di Ilaria Margutti

La mostra “Figlie dell’infinito” di Ilaria Margutti, inaugurata l’8 marzo a Bologna, celebra il contributo delle donne nelle scienze e nelle arti, promuovendo una riflessione sulle loro esperienze storiche.
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Emilia-Romagna celebra l'8 marzo con l'esposizione “Figlie dell'infinito” di Ilaria Margutti - Gaeta.it

L’8 marzo rappresenta un momento emblematico per riflettere sul contributo delle donne nella costruzione del sapere e delle conoscenze. In Emilia-Romagna, l’Assemblea legislativa dedicata a questa ricorrenza ha organizzato la mostra “Figlie dell’infinito” dell’artista Ilaria Margutti, un evento che sottolinea l’importanza del ruolo femminile nelle discipline scientifiche e culturali. Con un’apertura ufficiale a Bologna, il 6 marzo alle ore 11, l’evento è destinato a proseguire fino al 2 aprile, offrendo un’opportunità unica di esplorare l’intersezione tra arte e scienza attraverso gli occhi delle donne.

I dettagli dell’esposizione

La mostra, realizzata con la collaborazione dell’Associazione Aidia, è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. L’inaugurazione avrà luogo in presenza dell’artista Ilaria Margutti, della curatrice Silvia Bonomini e del vicepresidente dell’Assemblea legislativa Giancarlo Tagliaferri. “Figlie dell’infinito” non è solo un’esposizione visiva, ma un’opera che si prefigge di mettere in evidenza come le donne abbiano contribuito in vari campi al progresso della conoscenza, apportando un modello alternativo a quello tradizionale, spesso caratterizzato da una visione rigida e gerarchica.

Attraverso opere significative, la mostra intende incoraggiare una riflessione profonda sul ruolo delle donne nella storia e nei differenti ambiti di studio. Questo approccio invita il pubblico a considerare la complessità e l’interconnessione delle esperienze femminili, spesso messe in ombra dal narrazione dominante.

Voci di donne illustri

L’esposizione include figure importanti come Henrietta Leavitt, che ha consentito di misurare le distanze tra i corpi celesti grazie al suo lavoro pionieristico, e Maria Gimbutas, che ha reinterpretato le antiche culture matriarcali attraverso l’archeologia. Gimbutas ha messo in risalto la connessione tra la vita umana e la natura, un concetto centrale nelle civiltà matriarcali, proponendo una narrazione che valorizza la relazione piuttosto che la separazione.

Queste storie di donne eccezionali, raccolte in “Figlie dell’infinito”, sono progettate per restituire voce a chi ha avuto un impatto significativo nel campo della scienza e dell’arte, mostrando come il loro operato continui a influenzare le generazioni future. Il messaggio della mostra è chiaro: l’intelligenza e la creatività femminile sono state essenziali nel plasmare il nostro modo di comprendere il mondo, invitando tutti a riconsiderare il contributo delle donne all’interno della storia universale.

Il percorso artistico di Ilaria Margutti

Nata a Modena e attualmente residente a Sansepolcro, Ilaria Margutti è un’artista che combina il ricamo a una riflessione sull’identità femminile e sull’interazione tra arte e scienza. Nella sua pratica, il filo diventa uno strumento per esplorare e visualizzare le connessioni tra galassie lontane, materia e pensiero umano.

Margutti si ispira anche al lavoro di Grete Hermann, una scienziata che ha ridefinito il concetto di causalità nella meccanica quantistica, evidenziando l’idea che gli elementi non esistono in isolamento ma sono parte di un sistema complesso e interconnesso. Questo approccio artistico invita a una visione più sfumata e relazionale della realtà, proponendo nuove modalità di interpretazione e comprensione del mondo circostante.

Il contributo di Margutti, sia come artista che come pensatrice, si colloca in un contesto più ampio di valorizzazione delle esperienze femminili nel campo della scienza e della cultura, contribuendo a costruire una narrativa più ricca e inclusiva.

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