L’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha comunicato un’importante novità riguardante l’attività eruttiva dell’Etna. A partire dal pomeriggio di sabato, le telecamere di sorveglianza e i dati provenienti dal personale dell’INGV hanno registrato l’emissione di una colata lavica, che si estende a circa 3.000 metri di altitudine, fra i crateri Bocca Nuova e quello di Sud-Est. Questo fenomeno ha preso direzione verso Monte Frumento Supino, destando l’attenzione degli esperti e dei residenti.
L’attività eruttiva dell’Etna
Il vulcano attivo più alto d’Europa ha mostrato una dinamica interessante nelle ultime settimane. Secondo la nota dell’INGV, l’attività lavica di sabato è stata preceduta, il 6 febbraio, da sporadiche esplosioni del cratere di Sud-Est. Queste eruzioni, sebbene di modesta entità , hanno rappresentato un segnale importante per gli osservatori vulcanici. Con tutta probabilità , l’esplosività di queste attività è stata magistralmente monitorata tramite le attrezzature di sorveglianza, che hanno permesso di tenere sotto controllo eventuali variazioni e di analizzare le condizioni del vulcano.
L’eruzione del sabato scorso ha quindi rappresentato un’evoluzione naturale di un’attività che si stava lentamente intensificando. Gli esperti sono consapevoli che in una regione vulcanica come quella dell’Etna, anche le più piccole variazioni possono anticipare sviluppi più significativi, e pertanto l’attenzione rimane alta.
Le osservazioni sismiche e infrasoniche
Dal punto di vista sismologico, l’INGV ha riferito che l’ampiezza media del tremore vulcanico è rimasta stabile, mostrando solo modeste oscillazioni sì da rientrare nei valori medi. Questo è un indicativo che, sebbene l’attività eruttiva si sia incrementata con la nuova colata lavica, il vulcano non sta sperimentando una fase di intensa sismicità , il che potrebbe suggerire una condizione di stabilità relativa.
Per quanto riguarda l’attività infrasonica, al momento attuale è quasi assente, segnando una variazione rispetto ai giorni precedenti, quando era stata segnalata una modesta attività proveniente dal cratere di Sud-Est. L’infrasonido è un fenomeno associato alle esplosioni vulcaniche e alla fasce di flusso lavico, pertanto la sua assenza attuale potrebbe essere un’indicazione della stabilizzazione del processo eruttivo.
Impatto sulla popolazione e sull’ambiente
Le emissioni laviche sull’Etna possono avere sia effetti diretti che indiretti sulla popolazione e sull’ambiente circostante. Gli abitanti delle località vicine osservano con attenzione l’evoluzione della situazione, seguendo con preoccupazione gli aggiornamenti forniti dagli esperti dell’INGV. La sicurezza della popolazione è una priorità per le autorità , che si mantengono informate in tempo reale sugli sviluppi eruttivi.
In caso di intensificazione dell’attività vulcanica, potrebbero essere adottate misure di sicurezza, come l’evacuazione di zone critiche o l’adozione di restrizioni per l’accesso alle aree circostanti. È fondamentale che la popolazione sia ben informata e preparata a fronteggiare eventuali emergenze collegate a un vulcano di tale rilevanza.
In ogni caso, l’Etna continua a essere oggetto di studio e osservazione, un vulcano capace di mantenere un legame indissolubile con la comunità circostante, che ne vive l’imponenza e la magnificenza anche nei momenti di intensa attività eruttiva.
Ultimo aggiornamento il 8 Febbraio 2025 da Laura Rossi