Enna: rete criminale smantellata con droni per il traffico di droga e cellulari in carcere

Enna: rete criminale smantellata con droni per il traffico di droga e cellulari in carcere

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Enna: rete criminale smantellata con droni per il traffico di droga e cellulari in carcere - Gaeta.it

Le forze dell’ordine di Enna hanno portato a termine un’importante operazione contro il traffico di sostanze stupefacenti e dispositivi mobili all’interno del carcere locale. Tredici ordinanze cautelari sono state emesse nei confronti di un gruppo che utilizzava droni per far trasportare droga e telefoni direttamente alle celle. Il valore delle consegne era elevato e la modalità utilizzata dai criminali dimostra l’evoluzione delle tecniche di contrabbando nelle carceri italiane.

L’operazione e le indagini

L’intervento delle forze dell’ordine

I Carabinieri di Enna, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno avviato le indagini dopo aver ricevuto segnalazioni riguardo a movimenti sospetti intorno al penitenziario. Le indagini hanno rivelato che un gruppo ben organizzato era in grado di consegnare sostanze stupefacenti e telefoni cellulari ai detenuti tramite droni, una tecnica innovativa e altamente rischiosa. I dispositivi volanti venivano utilizzati per superare i controlli di sicurezza, atterrando direttamente sui davanzali delle finestre delle celle, rendendo così difficile l’intercettazione delle merci.

Il ruolo dei droni nel traffico

L’uso di droni per la consegna della merce ha rappresentato una novità nel panorama della criminalità carceraria. Questa modalità consente ai contrabbandieri di mantenere una certa distanza dalla prigione, riducendo il rischio di essere catturati durante le operazioni. I droni utilizzati erano apparecchi di piccole dimensioni, facilmente reperibili e manovrabili con grande precisione, permettendo di eludere le misure di sicurezza in atto. Il mercato del contrabbando ne risente, rendendo le operazioni sempre più audaci e progettate per sfuggire alla sorveglianza.

Le misure cautelari e gli indagati

Dettagli sulle ordinanze

A seguito delle indagini, sono state emesse tredici ordinanze cautelari: di queste, otto individui sono stati arrestati e condotti in carcere, mentre due sono stati posti agli arresti domiciliari. Un’altra persona ha ricevuto un obbligo di dimora, mentre l’unico indagato minorenne è stato collocato in una comunità. Queste misure sono state necessarie per prevenire il rischio di inquinamento delle prove e di ulteriore diffusione dell’attività criminale.

Costi del traffico

Il traffico di droga e cellulari aveva un costo significativo per gli acquirenti: ciascuna consegna ammontava a circa 2.500 euro. Tuttavia, in un’ottica di business, gli indagati offrivano anche tariffe promozionali per ordini multipli, riducendo il prezzo totale a 3.500 euro per due consegne. Questo modello di pricing evidenziava l’operatività della rete, capace di attrarre un buon numero di clienti tra i detenuti e le loro famiglie, sottolineando il profondo legame tra il crimine e il mondo carcerario.

Impatto sulle politiche carcerarie

Necessità di misure preventive

L’operazione di Enna mette in luce l’urgenza di una revisione delle politiche di sicurezza all’interno degli istituti penitenziari italiani. L’introduzione di droni nel traffico di beni illeciti richiede un adeguamento delle tecnologie di sorveglianza e una maggiore attenzione al controllo degli spazi esterni al carcere. Le autorità devono considerare l’implementazione di sistemi di monitoraggio avanzati e l’addestramento del personale di sicurezza per affrontare le nuove minacce.

La risposta delle istituzioni

Di fronte a fenomeni così sofisticati, è fondamentale che le istituzioni rispondano con strategie coordinate fra polizia, carabinieri e sistema penitenziario. L’innovazione tecnologica nel settore criminale impone un approccio proattivo e multidisciplinare per evitare che tali reti possano proliferare ulteriormente. L’operazione di Enna potrebbe dunque segnare l’inizio di un impegno rinnovato da parte delle autorità competenti per affrontare le sfide contemporanee in materia di sicurezza e legalità nelle carceri.

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