La recente sentenza della Corte di Appello di Napoli ha segnato una tappa significativa per Enrico Fabozzi, ex sindaco di Villa Literno e consigliere regionale. Dopo un lungo e complicato iter giudiziario, Fabozzi è stato nuovamente assolto dalla gravissima accusa di concorso esterno in camorra. La decisione di ieri, che rappresenta la seconda assoluzione in appello, apre nuovi scenari per l’ex politico, il quale aveva già beneficiato di un verdetto favorevole nel 2021.
La sentenza della Corte di Appello
Il verdetto di assoluzione è stato emesso dalla prima sezione della Corte di Appello di Napoli, presieduta da Edoardo De Gregorio. I giudici hanno riconosciuto la prescrizione per due capi d’imputazione e l’assoluzione per altre due contestazioni, giungendo alla conclusione che il “fatto non sussiste“. Questa sentenza conferma quanto già stabilito nel febbraio 2021, durante il primo processo di appello, dimostrando che le recenti valutazioni giuridiche non hanno modificato sostanzialmente il quadro della situazione.
Oltre a Fabozzi, sono stati assolti anche gli imprenditori Giuseppe e Pasquale Mastrominico, l’ex consigliere comunale di Villa Literno Nicola Caiazzo e altri tre imputati. L’assoluzione di questi ultimi è significativa in un contesto che evidenzia le difficoltà nel costruire un impianto accusatorio convincente basato sulle testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia.
L’iter giudiziario di Fabozzi
La storia di Enrico Fabozzi inizia nel 2011, quando l’ex sindaco fu arrestato per concorso esterno in camorra. Fabozzi, all’epoca consigliere regionale, era già passato attraverso una serie di eventi travagliati, inclusa la sospensione da parte del Partito Democratico, in seguito alle accuse mosse contro di lui. Nel 2015, Fabozzi fu condannato a dieci anni dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere in primo grado, una sentenza che diede il via a un appello legale lungo e complesso.
Nel 2021, una prima vittoria in appello portò all’assoluzione di Fabozzi, ma il percorso legale non si concluse lì. La Corte di Cassazione intervenne nel settembre 2022, disponendo un annullamento con rinvio e ordinando ai giudici di secondo grado di riesaminare con attenzione le prove, in particolare le testimonianze di Nicola Schiavone, figlio del noto capoclan Francesco Schiavone.
Nonostante la gravità delle accuse, i giudici del nuovo processo hanno ritenuto che tali testimonianze non fossero sufficienti a giustificare un rinvio di colpevolezza, portando così a questa seconda assoluzione.
Impatti e conseguenze della sentenza
La sentenza di assoluzione ha conseguenze significative non solo per Fabozzi, ma anche per il contesto politico e sociale di Villa Literno. Con la revoca delle confische disposte durante il primo grado di giudizio, l’ex sindaco potrà ora riacquisire la sua posizione economica e professionale. È importante osservare che questa sentenza segna un ulteriore passo nella sfida e nelle battaglie legali che molti esponenti politici del sud Italia devono affrontare in un ambiente segnato dalle infiltrazioni mafiose.
La questione del concorso esterno in camorra rimane di grande attualità e riveste un’importanza cruciale nel dibattito sulle connessioni tra politica e criminalità organizzata nel Paese. Questo caso potrebbe riaccendere il dibattito sui criteri di valutazione delle testimonianze dei collaboratori di giustizia e sull’affidabilità delle prove in processi di tale gravità.
La risoluzione del caso di Enrico Fabozzi si aggiunge a un panorama complesso, evidenziando nuovamente le sfide legali che la giustizia deve affrontare quando si tratta di crimine organizzato e responsabilità politica.