Nel mondo delle commedie romantiche, “La lista dei miei desideri” si distingue per il suo mix di emozioni, drammatica e riferimenti familiari. La storia segue la giovane Alex, alle prese con l’improvvisa perdita della madre, un evento che cambierà le sue sorti. Attraverso un testamento sorprendente e una serie di avventure straordinarie, la protagonista dovrà affrontare il proprio destino, scoprendo la forza dentro di lei.
l’impatto della perdita
La trama inizia con la dolorosa notizia che la madre di Alex, già colpita in passato da una malattia, ha visto il suo tumore ritornare con una ferocia devastante. Non appena la donna passa a miglior vita, seguita da un funerale carico di emozioni, Alex e i suoi due fratelli si ritrovano a dover affrontare la lettura del testamento. Qui, l’atmosfera si carica di tensione quando Alex scopre che l’azienda di famiglia è stata lasciata alla cognata e che l’eredità per lei arriverà solo un anno dopo, a condizioni stabilite dalla madre. Questo colpo di scena segna l’inizio di un viaggio di riscoperta personale, sottolineato dalla compressione del lutto e dall’imprevedibile svolta che le attende.
la lista di compiti da realizzare
La giovane, dopo la lettura del testamento, riceve da Brad Ackerman, l’avvocato della famiglia, un DVD contenente messaggi inviati dalla madre defunta. Questo filmato rappresenta un espediente narrativo intrigante: la madre invita Alex a riprendere in mano la sua vita tramite l’adempimento di una serie di compiti. Ogni azione ha il potere di “sbloccare” contenuti aggiuntivi e istruzioni che potrebbero aiutarla a trovare la motivazione per affrontare il mondo. L’obiettivo è chiaro: aiutare Alex a sognare nuovamente e a liberarsi da situazioni che l’hanno bloccata nel passato. Questo meccanismo narrativo, sebbene originale, solleva interrogativi etici imminenti riguardo all’influenza esercitata su una persona dall’assenza di un familiare.
una commedia romantica tra cliché e riscoperta
“La lista dei miei desideri” è, in definitiva, una commedia romantica che riporta sullo schermo il celebre romanzo di Lori Nelson Spielman. Nonostante lo spunto originale, la sceneggiatura si affida a troppe convenzioni del genere, risultando prevedibile in alcune sue dinamiche. La figura di Alex, interpretata da Sofia Carson, è quella di una giovane donna che tenta di navigare in un mondo che le sembra avverso. La storyline, che coinvolge temi di amore e crescita personale, rispecchia elementi tipici delle produzioni per il grande schermo. Tuttavia, la mancanza di una vera evoluzione narrativa fa sembrare il percorso di Alex un’agiografia forzata.
un viaggio verso la scoperta
Il film continua per quasi due ore a presentare un’evoluzione che, pur mantenendo un ritmo dolce-amaro, rimane troppo in superficie. Alex si trova a esplorare le possibilità di protagonismo in un contesto che non sembra lasciare spazio a una crescita reale, mentre le relazioni attorno a lei compaiono come un mero contorno. Nella sua ricerca di un amore vero, il personaggio affronta una serie di esperienze in un contesto di romanticismo moderno, dove la fluidità sentimentale diventa la norma. L’assenza di un arco narrativo significativo per i personaggi secondari contribuisce a far emergere la sensazione che il film non offra sufficiente profondità.
riflessioni sul legame familiare
Il tema centrale del film si concentra sulla capacità di trasformare un evento doloroso, come la morte di una persona amata, in un’opportunità di crescita e riscatto personale. Attraverso il testamento, la madre di Alex ha lasciato un lascito non solo materiale, ma anche emotivo, inviando un messaggio di speranza e di autoaffermazione. Alex si ritrova a dover portare a termine una lista di compiti con l’intento di realizzare il proprio potenziale. Sebbene il film possa presentare una narrativa più artefatta rispetto al +romanzo originale, le suggestioni sull’amore e l’autodeterminazione rimangono un fulcro dell’ esperienza visiva. La creatività legata alla lista di desideri di Alex offre una riflessione sulla ricerca del posto nel mondo e sull’importanza dell’eredità emotiva.