La diffusione del clade Ib di Mpox, conosciuto in precedenza come vaiolo delle scimmie, sta creando allarmi sempre più intensi nei Paesi dell’Africa centrale e orientale, con casi segnalati anche oltre il continente. La Repubblica democratica del Congo è stato il punto di partenza di questo incremento, che ha coinvolto nazioni vicine come Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda. L’Organizzazione mondiale della sanità è tornata a focalizzare l’attenzione su questa problematica, evidenziando che la situazione è in continua evoluzione.
Trasmissione del virus e modalità di contagio
La trasmissione del nuovo ceppo di Mpox ha mostrato modalità di contagio notevoli, principalmente tra adulti, attraverso contatti ravvicinati, compresi quelli sessuali. Le indagini epidemiologiche hanno rivelato la presenza del virus all’interno di reti di contatto tra prostitute e clienti, sebbene stia emergendo una nuova dinamica di diffusione, che coinvolge famiglie e altri contesti sociali. Questi cambiamenti nel panorama epidemiologico destano preoccupazione, poiché l’Oms ha segnalato un aumento della trasmissione comunitaria in alcune aree.
La situazione in Africa è complessa e, sebbene il clade Ib stia diffondendosi rapidamente, non è l’unica variabile da monitorare. Ad esempio, la Costa d’Avorio ha riportato il ritorno di casi legati al clade II di Mpox, un fenomeno nuovo dalla fine dell’epidemia globale del 2022. Le informazioni recenti indicano che, dall’inizio dell’epidemia in Burundi, oltre 500 segnalazioni sono state raccolte, con casi chiari di positività già accertati. La diffusione tra le fasce più giovani della popolazione, come i bambini sotto i cinque anni, rappresenta un grave motivo di preoccupazione.
In Kenya, la scoperta di un caso positivo ha ufficialmente marcato la presenza del virus nel Paese. Un’analisi del Ruanda ha rivelato che, sebbene le infezioni rimangano limitate, esiste comunque il rischio potenziale di un’espansione. L’Uganda, pur con un numero ridotto di segnalazioni, ha dimostrato che il monitoraggio rimane fondamentale.
Valutazione del rischio e strategie di risposta
L’Oms, nel suo ultimo rapporto, ha sollevato l’allerta sul rischio elevato di Mpox in specifiche aree dell’Africa, in particolare nella Repubblica democratica del Congo e nei Paesi limitrofi. La valutazione del rischio è associata al contesto della trasmissione tra individui, con particolare attenzione per le reti ad alta densità di popolazione e le comunità con comportamenti sessuali a rischio.
Di particolare interesse è l’identificazione di una trasmissione che avviene anche attraverso percorsi commerciali e turistici. Ci sono preoccupazioni che i sintomi del virus possano apparire meno gravi, portando le persone a non cercare assistenza sanitaria tempestiva, aumentando così il rischio di un contatto non monitorato e potenzialmente infettivo. Questa situazione potrebbe portare a focolai esplosivi, specialmente nella mancanza di infrastrutture sanitarie adeguate e in contesti di instabilità politica.
Nonostante l’assenza di decessi segnalati nei cinque Paesi esaminati, l’Oms ha sottolineato che il rischio di impatti significativi sulla salute esiste per categorie vulnerabili come bambini, donne in gravidanza e persone immunocompromesse, in particolare durante quest’epidemia che sembra avere una traiettoria in continua evoluzione.
Risposta della comunità internazionale e donazione di vaccini
In risposta all’emergenza di Mpox, la commissaria europea per la salute, Stella Kyriakides, ha già avviato una comunicazione con i ministri della Salute dell’Unione europea riguardo ai piani per fornire vaccini e terapie ai Paesi africani colpiti. La Commissione europea ha espresso il forte bisogno di cooperazione tra Stati membri e Paesi africani per affrontare in modo efficace l’epidemia.
Il 13 agosto, l’Africa CDC ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria pubblica, richiedendo un impegno collettivo per mobilitare dosi significative di vaccino. L’Oms ha seguito con un avviso che classificava l’epidemia come una “emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale“. Questo sollevamento di allerta ha fatto sì che anche nel territorio europeo si registrasse il primo caso di clade Ib in Svezia.
Finora, oltre 215.000 dosi di vaccino Mva-Bn sono state donate all’AfricaCDC per l’implementazione di strategie vaccinali. Tuttavia, è evidente che il numero di dosi necessarie per contenere l’epidemia attuale sia considerevolmente superiore. La strategia di approvvigionamento e la distribuzione coordinata di vaccini restano cruciali per garantire un sostegno adeguato ai Paesi che affrontano la crisi, in un contesto di solidarietà internazionale.
Le autorità sanitarie stanno lavorando incessantemente per affinare le strategie di prevenzione, raccomandando la fornitura di informazioni chiare e efficaci ai viaggiatori, mentre le misure di restrizione ai viaggi e al commercio rimangono inapplicate. Il rischio di diffusione continua a richiedere un attento monitoraggio e risposte illuminate dagli eventi emergenti.
Ultimo aggiornamento il 23 Agosto 2024 da Laura Rossi