Esselunga condannata a pagare arretrati per oltre 23mila euro a un panificatore

Esselunga condannata a pagare arretrati per oltre 23mila euro a un panificatore

Esselunga condannata a pagare oltre 23mila euro a un dipendente per inadeguato inquadramento professionale, rafforzando i diritti dei lavoratori e la tutela del contratto collettivo nazionale.
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Esselunga condannata a pagare arretrati per oltre 23mila euro a un panificatore - Gaeta.it

Un recente verdetto ha costretto la catena di supermercati Esselunga a riconoscere un pagamento di oltre 23mila euro a un dipendente attivo nel settore della panificazione per 14 anni in due punti vendita tra Bergamo e la sua provincia. A darne notizia è la Filcams-Cgil, sindacato che ha rappresentato il lavoratore in un ricorso per contestare un inadeguato inquadramento professionale.

La vicenda legale e le decisioni della giudice

A settembre del 2023, il lavoratore ha presentato un esposto contro l’azienda, contestando il suo inquadramento professionale. Il caso è stato esaminato dal giudice del lavoro Giulia Bertolino, la quale ha stabilito che la richiesta di Esselunga di far superare un esame preselettivo al dipendente per l’adeguamento di livello non era giustificata. La giudice ha ritenuto non valida l’assunzione che l’azienda aveva operato riguardo all’inquadramento del lavoratore, riconoscendo che il diritto al corretto pagamento non poteva essere subordinato a criteri arbitrari.

Di conseguenza, Esselunga dovrà versare 23.476 euro al dipendente, che rappresentano le differenze retributive tra il quarto e il terzo livello di inquadramento, considerando anche eventuali scatti e la 14° mensilità fino a giugno 2023. A questo importo si aggiungono gli interessi legali e la rivalutazione monetaria fino al pieno soddisfacimento del debito.

Sentenze che rafforzano i diritti dei lavoratori

Lorenzo Cortinovis della Filcams-Cgil di Bergamo ha commentato la sentenza evidenziando che rappresenta un importante passo nella tutela del contratto collettivo nazionale di lavoro e della contrattazione integrativa. La decisione dei giudici riafferma che i livelli di inquadramento di un lavoratore devono essere determinati in base alle mansioni svolte, piuttosto che a criteri esclusivamente decisi dall’azienda. Cortinovis ha sottolineato l’importanza di questa sentenza per contrastare decisioni unilaterali che potrebbero danneggiare la dignità e i diritti dei lavoratori.

Un’opportunità per altri lavoratori

Nicholas Pezzè, segretario generale della Filcams-Cgil di Bergamo, ha espresso soddisfazione per la vittoria legale, sottolineando che non solo essa restituirà giustizia al lavoratore coinvolto, ma rappresenta anche un’opportunità per allargare la battaglia per i diritti dei lavoratori all’interno della catena di supermercati. Pezzè ha annunciato che il sindacato intende chiedere a Esselunga il riconoscimento del giusto livello contrattuale per tutti i lavoratori che si trovano nella stessa situazione.

Questa vicenda si inquadra all’interno di una disciplina lavorativa in evoluzione e continua a evidenziare le problematiche legate all’inquadramento professionale e alla retribuzione dei lavoratori nel settore della grande distribuzione. Rivendicare diritti e riconoscimenti adeguati continua a essere una priorità per i sindacati, con l’obiettivo di tutelare i lavoratori dalle pratiche ritenute scorrette o ingiustificate.

Ultimo aggiornamento il 7 Gennaio 2025 da Sofia Greco

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