L’arresto di Nazia Shaheen, madre di Saman Abbas, ha suscitato un rinnovato interesse mediatico e sociale riguardo al suo caso e a quello della figlia. La donna, condannata all’ergastolo per l’omicidio della figlia avvenuto nel maggio 2021, atterrerà oggi all’aeroporto di Roma Fiumicino, dove sarà presa in custodia dalle autorità competenti. La sua estradizione dall’estero rappresenta un passaggio chiave nel processo di giustizia che circonda questa tragica vicenda.
Il contesto dell’omicidio di Saman Abbas
I fatti dell’omicidio
Saman Abbas, una giovane di 18 anni, è stata uccisa la notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. L’omicidio ha scosso profondamente la comunità locale e ha attirato l’attenzione dei media nazionali. Le indagini, condotte dalla Procura di Reggio Emilia e dai Carabinieri, hanno rivelato un quadro complesso di dinamiche familiari e culturali che hanno portato alla tragica morte della giovane. Nazia Shaheen, coniugata con Shabbar Abbas, è stata accusata di aver collaborato all’omicidio della figlia, insieme ad altri familiari.
Il processo e le condanne
Nel corso delle indagini, la Procura ha ottenuto prove decisive riguardo alla responsabilità di Nazia e Shabbar, condannandoli entrambi all’ergastolo in primo grado. La corte ha ritenuto che i due avessero orchestrato insieme l’omicidio della giovane, spinta da motivi legati a questioni culturali e familiari. Altri coinvolti nel caso, come lo zio di Saman e due cugini, hanno ricevuto pene inferiori: il primo è stato condannato a 14 anni, mentre gli altri due sono stati assolti.
L’estradizione di Nazia Shaheen
Dalla latitanza all’arresto
Nazia Shaheen era latitante dal 1 maggio 2021, giorno in cui era tornata in Pakistan insieme al marito. Dopo che Shabbar Abbas era stato estradato in Italia un anno fa, il governo pachistano ha finalmente accettato di procedere con l’estradizione della donna. L’Alta Corte del Pakistan ha accolto la richiesta dell’Italia, confermando che l’estradizione era applicabile anche a Nazia, che a quel punto ha manifestato la sua disponibilità a tornare in Italia.
Arrivo in Italia e detenzione
Nazia Shaheen atterrerà all’aeroporto di Fiumicino nel pomeriggio odierno, dove verrà presa in custodia dalla Polizia Penitenziaria. Dopo aver completato le procedure previste, sarà trasferita in un carcere romano, in attesa di una futura traduzione in un istituto penitenziario emiliano. L’estradizione è stata possibile grazie alla cooperazione tra le autorità italiane e pakistane, che hanno lavorato per garantire il rispetto della giustizia in questo caso complesso.
La risposta del governo italiano
Le dichiarazioni del Ministro della Giustizia
Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha commentato l’estradizione di Nazia Shaheen come un importante passo verso la giustizia per Saman Abbas. Attraverso una nota ufficiale, ha espresso gratitudine verso le autorità pakistane per la loro collaborazione nel risolvere questa situazione. Nordio ha sottolineato che l’estradizione non solo rappresenta un’importante vittoria legale, ma anche un segno della volontà dell’Italia di affrontare crimini di questa gravità con determinazione.
Sinergia tra le istituzioni
Il Ministro ha evidenziato come il risultato ottenuto sia il frutto di un lavoro di squadra tra vari ministeri, tra cui Giustizia, Interni e Affari Esteri. Quest’azione coordinata è stata fondamentale per il buon esito della richiesta di estradizione. Le dichiarazioni di Nordio riflettono non solo l’importanza della giustizia nel caso di Saman, ma anche il crescente impegno delle istituzioni italiane a garantire una risposta efficace contro la violenza di genere.
Nazia Shaheen, ora in arrivo in Italia, si prepara ad affrontare le conseguenze legali della sua condanna e le implicazioni che il suo caso ha avuto sulla società italiana.