Al London Movie Awards, Etnoragù ha fatto parlare di sé. Il cortometraggio, scritto e diretto da Cristiano Esposito, ha ottenuto premi prestigiosi come miglior commedia, miglior cortometraggio, miglior colonna sonora e miglior montaggio. Oltre ai successi individuali, il film ha ricevuto due menzioni d’onore per le interpretazioni di Salvatore Misticone e Stefania Ventura, i cui talenti emergono accanto a quelli di un cast composto da Pietro Tammaro, Amedeo Colella, Carolina Infante, Alessandro Incerto e Mauro Palumbo. La pellicola ha anche conquistato il titolo di miglior cortometraggio al New York Movie Awards e ha ricevuto riconoscimenti all’International Audiovisual Market di Roma.
Una storia che unisce Napoli e Palestina
Etnoragù, pensato per il Forum delle Culture nel 2013, racconta un incontro-scontro culturale tra Napoli e la Palestina. La registrazione delle scene è avvenuta nelle suggestive ambientazioni di Napoli e Procida. Gli autori, con la loro opera, si propongono di sfidare i comuni stereotipi legati alla rappresentazione della città, spesso influenzati da produzioni come “Gomorra”. La produzione è stata realizzata dalla Cooperativa Ar.TuRo, con il supporto della Regione Campania, della Film Commission della Regione Campania e di altri enti locali. Il corto verrà presentato a Napoli, presso il Cinema ‘La Perla‘, il 19 novembre, in un evento moderato dal critico Giuseppe Borrone.
Il significato del ragù e l’identità culturale
Nel film, il ragù diventa un simbolo di identità culturale e di legami familiari. Amedeo Colella, interpretando se stesso, afferma con entusiasmo che “il ragù è un miracolo gastronomico”, ma per i due anziani protagonisti, Assunta e Giovanni, esso rappresenta molto di più. È un elemento centrale nelle loro vite, un rito sacro che definisce le loro esistenze quotidiane. La situazione si complica quando Giulia, la loro unica figlia, comunica di aver trovato l’amore in un uomo musulmano, toccando temi di conversione religiosa e differenze culturali che porteranno la coppia a riflettere sulle proprie tradizioni.
Seppure la narrazione affronti i contrasti, la storia si sviluppa attraverso delicate transizioni che esemplificano l’importanza della tolleranza. La decisione di modificare la ricetta del ragù domenicale, togliendo la carne di maiale, crea tensione, visto il forte legame che i protagonisti hanno con questo piatto tradizionale. Il tema rimane di fondamentale importanza nel racconto, mostrando come le abitudini alimentari possano influenzare le relazioni familiari e la propria identità.
I riconoscimenti per la colonna sonora
Il maestro Mario Fasciano ha ricevuto il premio per la miglior colonna sonora, un risultato che riflette il suo legame profondo con le proprie radici napoletane. Fasciano, noto per la sua versatilità come musicista e per aver collaborato con figure di spicco nel panorama rock internazionale, sottolinea come il premio rappresenti un riconoscimento non solo alla sua carriera, ma anche al valore intrinseco della cultura napoletana. La sua visione musicale si caratterizza per l’apertura all’integrazione di stili e culture diverse, un approccio che contraddistingue anche la realizzazione di Etnoragù. La sua esperienza e la passione per il suo lavoro sono alla base del suo impegno artistico, fondato su una continua ricerca di nuove espressioni musicali.
La narrativa di Etnoragù si presenta così come un ponte fra diversi mondi, capace di esplorare e raccontare la complessità delle relazioni umane attraverso il cibo, la musica e la cultura. La sua premiazione in festival internazionali mette in luce non solo il talento di Esposito e del suo cast, ma anche l’importanza di storie che riflettono la varietà delle esperienze di vita e di appartenenza.
Ultimo aggiornamento il 10 Novembre 2024 da Elisabetta Cina