Nel cuore di Cerveteri, un piccolo ma importante museo conserva testimonianze uniche di un’arte antica e raffinata. Al museo nazionale cerite sono esposti due capolavori firmati da tre figure di spicco del mondo ceramico greco del V secolo a.C.: Eufronios, Onesimos ed Euxiteos. Queste opere provengono direttamente dal quartiere del ceramico di Atene, la culla della ceramica a figure rosse, e si trovano oggi nel luogo che le aveva accolte in età etrusca.
Le origini del museo nazionale cerite e il suo ruolo culturale a cerveteri
Il museo nazionale cerite, situato nell’area di piazza santa maria a Cerveteri, ospita reperti di grande valore storico e artistico, fra cui due pezzi chiave legati a maestri ateniesi del V secolo a.C. Il museo fu riprogettato dal celebre architetto Franco Minissi, un esperto museale di fama internazionale, coinvolto anche in progetti UNESCO e membro del direttivo di ICOMOS. La sua opera ha valorizzato questi reperti, inserendoli nel contesto archeologico della città .
Cerveteri, antica città etrusca, ha sempre raccolto reperti provenienti dalle sue relazioni culturali con il mondo greco. Le ceramiche esposte testimoniano gli scambi commerciali e artistici fra le due civiltà , oltre a svelare la passione dei ricchi abitanti ceriti per le produzioni delle botteghe ateniesi specializzate nel ceramico. Il museo, pur essendo di dimensioni contenute, offre un viaggio nel tempo grazie a queste opere che raccontano storia, tecnica e collaborazione artistica di oltre 2500 anni fa.
Ruoli e collaborazioni nel quartiere del ceramico di atene
Eufronios, Onesimos ed Euxiteos erano ceramisti e ceramografi attivi ad Atene attorno al 500 a.C., condividendo spazi di lavoro e collaborando su molte opere. In quell’epoca, l’arte della ceramica a figure rosse stava raggiungendo vette notevoli. Il ceramista modellava e realizzava l’oggetto, mentre il ceramografo lo decorava con figure e scene dipinte.
Eufronios fu un maestro “totale”: iniziò a dipingere con grande abilità , soprattutto sulle figure rosse su fondo nero, e intorno ai quaranta anni, a causa della perdita di vista, si dedicò esclusivamente alla produzione di ceramica come vasaio. Uno dei suoi allievi più noti e preferiti era Onesimos, eccellente ceramografo che spesso decorava le opere di Eufronios. Euxiteos, invece, si concentrò principalmente sulla realizzazione degli oggetti, lavorando da vasaio e garantendo la qualità della forma e della tornitura.
L’esperienza e la stretta collaborazione di questi tre artisti si evidenziano su due opere conservate a Cerveteri: il cratere con la decorazione di Eufronios e la ceramica modellata da Euxiteos, e la kylix firmata da Eufronios e decorata da Onesimos. Le botteghe ateniesi da cui provenivano queste opere erano veri atelier dove il lavoro collettivo e la specializzazione producevano manufatti di grande valore estetico e narrativo.
I capolavori esposti a cerveteri: il cratere di sarpedonte e la kylix della caduta di troia
Al museo di Cerveteri sono visibili due creazioni d’arte eccezionali, rappresentative della ceramica a figure rosse della fine del V secolo a.C. Il primo è il cosiddetto cratere di Sarpedonte, un vaso destinato a mescolare acqua e vino, con scene che narrano la morte di Sarpedonte, re dei lici, durante la guerra di Troia. L’opera combina la tornitura raffinata di Euxiteos e la decorazione pittorica di Eufronios, con figure in movimento, dettagli anatomici precisi e un accenno a tecniche di chiaroscuro che anticipano l’arte rinascimentale.
La kylix, invece, è una coppa il cui corpo fu modellato da Eufronios in una fase successiva della sua carriera, mentre le raffigurazioni furono dipinte da Onesimos, suo allievo prediletto. Questa opera racconta con intensità la caduta di Troia, rappresentando vari personaggi chiave, tra cui Priamo, Astianatte, Cassandra, e figure divine come Atena e Apollo. La composizione, anche se incompleta a causa della perdita di alcuni frammenti, mostra la capacità di trasmettere il pathos di un evento epico attraverso l’arte ceramica.
Questi due pezzi, tornati a Cerveteri dopo essere stati trafugati e rivenduti, rappresentano un ponte fra la civiltà greca e quella etrusca e sono stati accolti con grande interesse, richiamando migliaia di visitatori e sottolineando il valore culturale di questa città .
Eufronios e la sua eredità artistica tra pittura e ceramica
Eufronios è riconosciuto fra i pionieri della tecnica delle figure rosse su fondo nero. Durante almeno venti anni operò nelle officine del quartiere ceramico di Atene, affiancato da grandi ceramografi come Oltos e da ceramisti come Euxiteos. Il suo lavoro spiccò per la cura anatomica delle figure, il dinamismo delle scene e l’innovazione tecnica, fra cui l’uso di una sorta di chiaroscuro che non aveva precedenti.
Verso i quaranta anni, la presbiopia lo costrinse a smettere di dipingere, concentrandosi allora solo sul modellare i vasi. Fu direttore di una bottega in cui lavoravano i suoi allievi più fidati, fra cui Onesimos, la cui mano esperta decorò molte delle sue creazioni.
La carriera artistica di Eufronios si conclude attorno al 470 a.C., come attestano iscrizioni su reperti rinvenuti sull’Acropoli di Atene. Le sue opere sono oggi distribuite in musei italiani, come l’archeologico di Arezzo, ma anche in collezioni europee e americane. Il numero limitato di opere firmate con certezza rende ogni ritrovamento ancora più prezioso.
L’importanza culturale di cerveteri e la restituzione delle opere dopo il trafugamento
Le opere di Eufronios, Onesimos ed Euxiteos giunte a Cerveteri testimoniano uno scambio culturale fra greci ed etruschi, già riconosciuto e valorizzato in passato dagli studiosi e dai collezionisti ceriti. A causa di trafugamenti durante il periodo moderno, questi lavori finirono negli Stati Uniti. La loro restituzione all’Italia è avvenuta grazie a impegni presi e mantenuti dall’ex ministro dei beni culturali Dario Franceschini, che permise a Cerveteri di accogliere nuovamente questi capolavori.
La loro permanenza al museo cerite ha rilanciato l’attenzione sul sito archeologico e sull’importanza di Cerveteri come polo di ricerca e valorizzazione. La mostra iniziale ha attirato oltre diecimila visitatori nel primo mese, un dato rilevante che affianca quello del museo nazionale etrusco di villa giulia a Roma.
Questi eventi indicano una nuova fase per il patrimonio archeologico locale, dove l’opera di conservazione e la fruizione pubblica di opere storiche può contribuire a riconciliare passato e presente attraverso l’arte. Il museo di Cerveteri oggi ospita due tributi comparativi a una stagione artistica antica che ha influenzato la cultura mediterranea.
Le scene dipinte: miti omerici e vita etrusca nelle ceramiche di cerveteri
Le immagini raffigurate sul cratere e sulla kylix raccontano storie tratte dall’Iliade e dalla caduta di Troia, eventi carichi di emozione e conflitto noto dal mondo antico. Il cratere mostra la morte eroica di Sarpedonte, toccante scena di guerra in cui la tela narrativa coinvolge Patroclo e Achille, raffigurati con attenta precisione.
La kylix riproduce scene dell’Ilioupersis, la distruzione di Troia, con figure tragiche come Priamo, Cassandra, e divinità che osservano o intervengono nei destini degli uomini. La frammentarietà della coppa non toglie forza al racconto, anzi accresce la suggestione e invita alla paziente ricomposizione della storia.
Questi soggetti mitologici erano molto apprezzati in età etrusca, proiettati in contesti rituali o simbolici, ma rielaborati secondo visioni locali. La presenza di tali opere a Cerveteri conferma come la ceramica greca riuscisse ad arrivare in luoghi distanti mantenendo il suo valore artistico e narrativo.
I capolavori esposti nel museo nazionale cerite sono dunque un richiamo al passato mediterraneo condiviso, con testimonianze di uno scambio culturale vivo e complesso fra popoli antichi. Ancora oggi, più di 2500 anni dopo, si possono percepire le emozioni e le storie tratte da quei vasi, parte di una memoria collettiva radicata anche nel centro italiano di Cerveteri.