Una drammatica evasione si è verificata nel weekend dal carcere minorile di Casal del Marmo, dove tre giovani tunisini hanno approfittato di una rissa inscenata tra detenuti per fuggire. Mentre due dei fuggitivi sono stati catturati in sole 24 ore, le autorità non abbassano la guardia e continuano le ricerche per il terzo evaso, un quindicenne la cui sorte resta incerta.
La fuga dai controlli e le catture immediate
I primi arresti a distanza di un giorno dall’evasione
Il primo giovane catturato è un ragazzo che sta per compiere diciotto anni, arrestato ieri pomeriggio a L’Aquila. Poche ore dopo l’evasione, si presume che si sia diretto verso l'Abruzzo, zona in cui ha già avuto precedenti penali. Questo contesto ha facilitato le operazioni degli agenti, che hanno concentrato le indagini in quell'area, riuscendo a rintracciarlo in tempi rapidi.
Il secondo giovane, anch'egli di 17 anni, è stato fermato intorno alle 18 nei pressi della stazione Termini a Roma, diventando il secondo evaso a cadere nelle mani delle forze dell'ordine. La cattura è avvenuta grazie alla sorveglianza costante da parte degli agenti del commissariato Viminale e della Polizia Ferroviaria, che lo hanno bloccato in via Amendola, angolo con via Manin.
Entrambi i giovani evasi, pur non avendo un profilo di criminalità particolarmente pericoloso, hanno una storia di reati legati allo spaccio di droga e rapine.
La ricerca del terzo fuggitivo
Ricerche senza sosta da parte delle forze dell’ordine
Attualmente, il terzo giovane, un quindicenne, è ancora in fuga. Le forze dell’ordine – tra cui polizia di Stato, carabinieri e agenti del nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria – si sono attivate in una caccia uomo che sta coinvolgendo l’intera zona di Roma. Gli investigatori ipotizzano che il terzo evaso possa aver cercato rifugio presso vecchie conoscenze, aumentando così le difficoltà nel rintracciarlo.
In aggiunta, oggetto di particolare attenzione è un possibile infortunio subito durante l’evasione. Si sospetta che il ragazzo possa avere riportato una ferita, rendendolo zoppicante e di conseguenza più vulnerabile. Tali informazioni potrebbero fornire spunti utili per le ricerche che continuano tra Roma e le sue immediate periferie.
La dinamica dell’evasione
Un piano audace durante una partita di calcetto
I dettagli relativi all’evasione rivelano una pianificazione meticolosa. La fuga è avvenuta durante una partita di calcio, quando alcuni detenuti hanno simulato una rissa per distrarre le guardie. Questo diversivo ha permesso ai tre tunisini di utilizzare una brandina come scala per superare il muro di cinta, un'azione che, seppur audace, ha dimostrato la vulnerabilità del sistema di sorveglianza.
Nonostante la fuga sia stata ripresa dalle telecamere di sicurezza, le immagini sono state subito diffuse sui social network, aiutando nella identificazione e cattura dei due giovani che sono riusciti a rientrare nel circuito della giustizia in tempi rapidi.
Indagini interne e verifiche delle autorità
Un’inchiesta sulle condizioni di sicurezza del carcere
In risposta a quanto accaduto, le autorità hanno avviato un’indagine interna per valutare gli eventuali errori o complicità all’interno del carcere di Casal del Marmo. Si fa particolare attenzione alle dinamiche relazionali tra detenuti e personale del carcere, per comprendere se l’evasione possa essere frutto di negligenza o di un sistema disfunzionale.
Le forze dell’ordine stanno anche svolgendo verifiche approfondite su tutte le persone con cui i giovani evasi erano in contatto prima della detenzione. L’obiettivo è di identificare possibili complici e prevenire ulteriori fughe o azioni illecite.
Le operazioni proseguono, mantenendo alta la vigilanza su un caso che ha scosso la comunità e messo in luce le fragilità del sistema penitenziario minorile.
