Evasione al carcere minorile di Casal del Marmo: tre tunisini fuggono durante una rissa

Evasione al carcere minorile di Casal del Marmo: tre tunisini fuggono durante una rissa

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Evasione al carcere minorile di Casal del Marmo: tre tunisini fuggono durante una rissa - Gaeta.it

Un episodio allarmante ha scosso il carcere minorile di Casal del Marmo: tre minorenni tunisini sono riusciti a evadere durante una violenta rissa che ha preso piede questo pomeriggio, domenica 21 luglio. L’evento si colloca in un contesto di crescente insicurezza all’interno delle strutture penitenziarie minorili, dove la gestione della sicurezza diventa sempre più critica. Le forze dell’ordine sono attivamente impegnate nella ricerca degli evasi, mentre le problematiche del sistema penitenziario continuano a sollevare preoccupazioni.

Fuga durante il caos: la dinamica dell’evasione

I momenti che hanno preceduto l’evasione

Il pomeriggio di oggi è stato segnato da tensioni all’interno dell’istituto penale minorile, culminate in una rissa che ha generato confusione. Secondo le ricostruzioni delle autorità competenti, è stato proprio il tumulto che ha permesso ai tre giovani, il più grande dei quali sta per compiere 18 anni, di scavalcare il muro di cinta dell’istituto, guadagnando la libertà. L’allerta è scattata intorno alle 17.30, quando la polizia penitenziaria ha comunicato l’accaduto ai reparti delle forze dell’ordine.

Le indagini sulle modalità di fuga e sull’eventuale complicità di altri detenuti o personale all’interno della struttura sono in corso. Non è la prima volta che la sicurezza all’interno del carcere di Casal del Marmo viene messa alla prova: episodi di evasione in passato hanno sollevato interrogativi sull’efficacia del sistema di sicurezza e gestione dei detenuti minorenni.

Il contesto di insicurezza nelle carceri minorili

L’episodio di oggi si inserisce in una serie di eventi preoccupanti che hanno colpito l’istituto negli ultimi mesi. Già a giugno, tre giovani erano rimasti feriti a causa di un incendio scoppiato in una delle aree del carcere. A dare ulteriore allerta è stato un principio di rivolta avvenuto a luglio, che aveva indotto gli agenti di polizia penitenziaria a richiedere l’intervento di ulteriore personale di sicurezza. Quest’ultimi eventi sollecitano una riflessione urgente sulla gestione delle strutture minorili, che appaiono sempre più in difficoltà nel garantire la sicurezza sia dei detenuti che del personale.

A oggi, nel carcere di Casal del Marmo sono detenuti 55 giovani, cifra che supera la capienza massima prevista di 45 posti. Questa sovraffollamento non solo amplifica le tensioni interne, ma complica notevolmente le operazioni quotidiane del personale, il quale deve fronteggiare ogni giorno problematiche legate a diverse etnie, backgrounds e patologie.

Il grido d’allarme dei sindacati

La posizione della Fns Cisl

Massimo Costantino, segretario della Fns Cisl, ha espresso preoccupazione per gli eventi recenti, sottolineando l’urgenza di interventi governativi concreti per migliorare la situazione. Le nuove assunzioni in fase di attuazione, sebbene rappresentino un passo positivo, non riescono a far fronte alle crescenti necessità della struttura. La scarsità di agenti di polizia penitenziaria, costretti a turni estenuanti, aumenta i livelli di stress e compromette la sicurezza.

Costantino ha inoltre richiamato l’attenzione sulla mancanza di circuiti differenziati all’interno delle carceri minorili, rendendo difficile gestire i detenuti con problematiche complesse in un ambiente ristretto. Questa situazione accentua il rischio di conflitti e episodi di violenza, come quello avvenuto oggi.

Il parere della UILPA Polizia Penitenziaria

Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria, ha messo in luce che la fuga dei tre giovani evidenzia una crisi sistemica del sistema penitenziario. La mancanza di misure di sicurezza adeguate, unita alla carenza di personale, contribuisce a generare un ambiente volatile e insicuro, caratterizzato da episodi di grave violenza.

De Fazio ha anche sollevato interrogativi sulla capacità delle strutture di detenere giovani stranieri che potrebbero non essere stati preparati ad affrontare il regime carcerario pensato per giovani di origine italiana. L’episodio di evasione ha riacceso il dibattito sull’efficacia della giustizia minorile e sulla necessità di riforme urgenti.

Approccio futuro: la necessità di riforme nel sistema penitenziario

La situazione attuale e le proposte di riforma

L’evasione dei tre giovani tunisini dal carcere di Casal del Marmo funge da monito per l’intero sistema penitenziario italiano, sottolineando l’urgente necessità di riforme strutturali. È fondamentale che l’Amministrazione della Giustizia adotti misure immediate per garantire un ambiente sicuro, non soltanto per i detenuti, ma anche per il personale che opera all’interno delle carceri.

Le denunce sollevate dai sindacati, uniti nel chiedere interventi tempestivi e sostanziali, mettono in evidenza un conservatorio di problemi che non può essere ignorato. Solo un approccio integrato che preveda l’assunzione di nuovo personale, il miglioramento delle condizioni lavorative e la revisione della struttura delle carceri può portare a una soluzione duratura.

Con la stagione estiva che avanza e le tensioni che continuano a crescere, la situazione nelle carceri italiane richiede un’analisi approfondita e azioni concrete per evitare il deterioramento ulteriore della sicurezza e dell’ordine pubblico.

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