Evasione fiscale da 625mila euro scoperta dalla Guardia di Finanza a Gallarate

Evasione fiscale da 625mila euro scoperta dalla Guardia di Finanza a Gallarate

Indagine della Guardia di Finanza su un’associazione di Gallarate rivela un’evasione fiscale di 625mila euro legata a concorsi pubblici, con sanzioni e interrogativi sulla legalità delle procedure adottate.
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Evasione fiscale da 625mila euro scoperta dalla Guardia di Finanza a Gallarate - Gaeta.it

Un’indagine della Guardia di Finanza del comando provinciale di Varese ha portato alla luce un’evasione fiscale di notevole entità, pari a 625mila euro, commessa da un’associazione con sede a Gallarate. L’associazione, operante nel reclutamento di personale per diversi enti locali supportati, ha utilizzato artifici contabili per mascherare fatturati e guadagni derivanti da servizi che avrebbero dovuto essere soggetti a normale tassazione. Le indagini hanno rivelato che l’associazione richiedeva una tassa di iscrizione per i concorsi, convincendo i partecipanti che questa fosse legata all’ingresso in un ente associativo e non commerciale, il che le ha garantito vantaggi fiscali illeciti.

La natura dei concorsi e l’operato dell’associazione

I concorsi sotto esame sono stati indetti in vari comuni italiani, tra cui Lucca, Torino, Salerno, Matera, Agrigento, Vicenza e Campobasso, con l’obiettivo di selezionare 15 nuovi professionisti da inserire nei ranghi degli enti pubblici. La Guardia di Finanza ha avviato le indagini dopo una segnalazione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione , che ha sottolineato la natura commerciale delle operazioni portate avanti dall’associazione.

Secondo la delibera di ANAC, l’operato dell’associazione non rispettava le normative in materia di appalti pubblici, poiché non era stata eseguita alcuna procedura di gara né informale né formalizzata. Questo ha creato una situazione di illegalità, in quanto le assunzioni dovevano essere soggette a trasparenza e evidenza pubblica. L’accordo tra i comuni e l’associazione prevedeva una tassa di concorso di 10,33 euro, tenuta a carico di ogni candidato.

Il sistema adottato dall’associazione ha portato alla raccolta di un’importante somma, in quanto su un totale di 60.559 candidati, ciascuno ha versato il proprio contributo, totale accertato di 625mila euro.

Le conseguenze fiscali e le sanzioni

La gestione fiscale dell’associazione è stata oggetto di accertamento. Le Fiamme Gialle hanno riscontrato che i contributi versati dai candidati non venivano né registrati né dichiarati come proventi commerciali. Questa mancanza di trasparenza ha portato a un’evasione stimata di oltre 50mila euro in termini di imposta sul reddito societario .

La Guardia di Finanza ha irrogato sanzioni amministrative a carico dell’associazione, contestando la dichiarazione annuale infedele. La violazione delle normative fiscali non soltanto ha comportato l’obbligo di versare le somme non pagate, ma ha anche sollevato interrogativi sulla responsabilità di chi ha organizzato e gestito i concorsi.

Implicazioni future

L’operato della Guardia di Finanza sottolinea l’importanza della trasparenza e della legalità nei concorsi pubblici. Le azioni intraprese non solo mirano a punire chi ha agito in modo illecito, ma anche a prevenire simili comportamenti in futuro. Il caso di Gallarate funge da monito per altre associazioni e enti che potrebbero tentare di utilizzare stratagemmi per evitare il pagamento delle tasse.

Questa vicenda ha messo in luce non solo l’operato di un’associazione, ma ha anche sollevato dubbi sul rispetto delle procedure da parte dei comuni coinvolti, che devono garantire un accesso equo e trasparente ai processi di assunzione e reclutamento. Le autorità competenti sono ora impegnate a monitorare e perseguire eventuali irregolarità future, affinché simili situazioni non si ripetano.

Ultimo aggiornamento il 28 Ottobre 2024 da Laura Rossi

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