Ex agenti della Polizia arrestati a Bressanone per possesso di armi e beni di lusso sospetti

Ex agenti della Polizia arrestati a Bressanone per possesso di armi e beni di lusso sospetti

Due ex agenti di polizia arrestati a Bressanone per possesso di tesserini falsi, armi non registrate e beni di lusso. Indagini in corso su possibili legami con la criminalità organizzata.
Ex agenti della Polizia arrest
Ex agenti della Polizia arrestati a Bressanone per possesso di armi e beni di lusso sospetti - Gaeta.it

Un caso di cronaca che colpisce la fama e l’integrità delle forze dell’ordine si è sviluppato il 30 dicembre a Bressanone, dove due ex agenti della Polizia di Stato sono stati arrestati. Angelo Regina, 63 anni, e Stefania Galliano, 60 anni, sono al centro di un’inchiesta che ha messo in luce un’attività criminale coinvolgente tesserini falsi, armi non registrate e beni di lusso di dubbia origine. Le indagini, condotte dal Commissariato locale con la collaborazione della Polfer Piemonte, rivelano dettagli inquietanti che pongono interrogativi sulla trasparenza e l’affidabilità delle istituzioni.

L’epilogo di un’indagine intricata

L’operazione che ha portato all’arresto di Regina e Galliano è iniziata il 31 dicembre, dopo che la coppia aveva parcheggiato una Porsche Cayenne in divieto di sosta nel centro di Bressanone. La presenza di una paletta della Polizia Stradale sul cruscotto del veicolo ha destato sospetti tra gli agenti locali. Un particolare ha attirato l’attenzione: la paletta era priva delle indicazioni bilingui, obbligatorie in Alto Adige. Questo è stato il primo passo per avviare controlli più approfonditi che hanno poi portato alla rivelazione dei documenti contraffatti.

Le perquisizioni hanno avuto luogo presso l’hotel di San Genesio, dove la coppia soggiornava. Gli agenti hanno rinvenuto nella loro camera diversi oggetti di valore, tra cui gioielli, oltre 3.000 euro in contante, due distintivi originali e due tesserini falsi. Trovarono inoltre un giubbotto della Polizia, usato presumibilmente per i posti di blocco, che ha ulteriormente accresciuto i sospetti nei loro confronti.

La scoperta di un arsenale e beni di lusso

Le indagini non si sono fermate all’hotel. Le perquisizioni effettuate nelle abitazioni torinesi dei due ex poliziotti hanno svelato un quadro complesso e preoccupante. Nello specifico, l’appartamento di Regina ha riservato sorprese: gli investigatori vi hanno trovato una pistola Beretta calibro 7,65 non registrata e una replica di un’altra Beretta priva del tappo rosso. Inoltre, erano presenti oltre 34.000 euro in contante, diversi orologi Rolex e una uniforme originale della Polizia di Stato.

Situazione simile anche per Galliano, ex agente della Polfer, la cui abitazione ha rivelato tre proiettili calibro 9×19 e dieci telefoni cellulari con altrettante SIM. Anche qui sono state sequestrate numerose uniformi originali e altro materiale di potenziale interesse investigativo. Le autorità stanno ora valutando la provenienza sia delle armi che dei beni trovati, ponendo attenzione a possibili legami con la criminalità organizzata.

Le accuse e le reazioni della comunità

Dopo questi rilevamenti, Regina e Galliano sono stati incarcerati nel penitenziario Lorusso e Cutugno di Torino. Le accuse nei loro confronti sono gravi: Regina dovrà rispondere di riciclaggio e detenzione abusiva di armi da fuoco, mentre Galliano è accusata di ricettazione e possesso illegale di munizionamento da guerra. Inoltre, il Questore di Bolzano ha emesso un avviso orale di pubblica sicurezza, misura che potrebbe preludere a una sorveglianza speciale.

Questo episodio ha suscitato un’onda di indignazione e preoccupazione tra i cittadini e tra i membri delle forze dell’ordine. Le domande su come due ex agenti, un tempo in servizio per la legge, siano giunti a una simile situazione sono molte. Un esperto di sicurezza ha commentato l’accaduto sostenendo che le responsabilità individuali vanno accertate, ma ha messo in luce anche il colpo alla fiducia nei confronti di chi indossa la divisa.

Indagini in corso e prospettive future

Le indagini continuano a concentrarsi sulla provenienza del denaro e degli oggetti rinvenuti, con l’obiettivo di chiarire eventuali collegamenti con ambienti criminali. Le autorità stanno esaminando ogni aspetto di questa vicenda, che ha messo a luce non solo un tradimento nei confronti della divisa ma anche questioni più ampie riguardo la gestione delle risorse all’interno delle forze dell’ordine.

La comunità torinese, ora più che mai, chiede chiarezza e giustizia, sperando in sviluppi che possano riportare la fiducia nei confronti delle istituzioni. Una vicenda complessa che, per il momento, lascia aperti interrogativi e una crescente preoccupazione.

Ultimo aggiornamento il 6 Gennaio 2025 da Sara Gatti

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