L’export delle Marche verso gli Stati Uniti d’America rappresenta un’importante fetta dell’economia regionale, evidenziando il successo delle merci marchigiane sui mercati internazionali. Nel corso dei primi nove mesi del 2024, le vendite verso gli Stati Uniti hanno totalizzato 1,8 miliardi di euro, confermando il terzo posto nella classifica dei Paesi importatori, subito dopo Francia e Germania. Tuttavia, il panorama si complica con l’ipotesi di dazi doganali che potrebbero mettere a rischio questa florida realtà .
La crescita dell’export marchigiano
Riflettendo sull’andamento del commercio internazionale, il 9% dell’export delle Marche è diretto verso gli Stati Uniti, un dato che rivela la crescente attenzione delle imprese locali nei confronti di questo bacino commerciale. Tra i settori trainanti, spiccano le vendite di articoli farmaceutici, che nei primi nove mesi del 2024 hanno raggiunto i 220,2 milioni di euro. Al secondo posto troviamo la meccanica, seguita da tessile, abbigliamento e calzature, nonché prodotti in metallo e mobili. Questo insieme di merce rappresenta il fiore all’occhiello della produzione marchigiana, riaffermando la qualità e la diversificazione del settore produttivo locale.
Le imprese marchigiane si sono dimostrate resilienti, e nonostante la competizione globale, continuano a farsi valere. Tuttavia, non si può ignorare che la situazione internazionale è volatile e soggetta a cambiamenti improvvisi, che possono influenzare gravemente le strategie commerciali di queste aziende.
Rischi di dazi e contrazione dell’import
La preoccupazione principale per le aziende marchigiane deriva dalla possibile imposizione di dazi del 10% sulle esportazioni verso gli Stati Uniti. Le dichiarazioni di Paolo Silenzi, presidente della Cna Marche, e di Moreno Bordoni, segretario dell’associazione, evidenziano il timore per circa 2.500 imprese operanti nel mercato estero. Si prevede che l’import di prodotti marchigiani negli Stati Uniti potrebbe ridursi di almeno il 10%, influenzando negativamente la produzione e l’occupazione locali.
Le voci di rilievo che si alzano da parte di associazioni come Confartigianato Marche segnano un clima di incertezza. La presidente regionale Moira Amaranti ha messo in luce come “la crescita dei costi energetici e delle materie prime stia mettendo a dura prova le possibilità di sopravvivenza delle piccole e medie imprese.” Le sfide sono tante e il contesto economico globale rende il futuro difficile da prevedere.
L’impatto sui finanziamenti alle imprese
Un altro problema significativo è il restringimento del credito disponibile alle piccole e medie imprese marchigiane. Negli ultimi dodici mesi, i prestiti al settore produttivo sono diminuiti del 9,9%, rispetto a una diminuzione più moderata del 6,5% per l’intero panorama imprenditoriale. Questa contrazione del credito mette in luce la necessità di un intervento normativo, come sottolineato da Gilberto Gasparoni, segretario di Confartigianato Marche, che ha richiamato l’attenzione su misure come la decontribuzione del costo del personale.
Nonostante le difficoltà , gli imprenditori marchigiani continuano a cercare opzioni per resistere e prosperare. Serve un sostegno più deciso da parte delle istituzioni regionali, inclusi bandi specifici per le piccole imprese e incentivi per facilitare l’internazionalizzazione, al fine di salvaguardare e rilanciare il settore produttivo.
L’ecosistema economico marchigiano richiede attenzione e interventi mirati per affrontare le sfide che si profilano all’orizzonte.
Ultimo aggiornamento il 9 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano