Il performer napoletano Mauro Maurizio Palumbo porta a Istanbul il suo nuovo progetto Expost, una performance che mette a confronto le culture turca e italiana. In programma il 2 maggio alla galleria Karsi Sanat Calismalari, Expost si presenta come un’esperienza artistica costruita sul dialogo tra tecniche performative e improvvisazione, coinvolgendo 12 uomini insieme all’artista. L’opera esplora temi legati al tempo, alla storia e alle relazioni umane, con uno sguardo che coinvolge anche l’attualità delle interazioni digitali.
Il concept di expost e il suo percorso artistico
Expost nasce dall’idea di indagare le connessioni tra due culture distinte, quella italiana e quella turca, attraverso un processo creativo che si sviluppa in terra straniera. Il titolo, ispirato al latino e al linguaggio giuridico, significa letteralmente “fatto dopo”, rimandando a un’operazione artistica che si definisce a posteriori. Palumbo ha voluto costruire una performance flessibile, aperta e senza una conclusione netta, immaginando un percorso che comincia in un luogo preciso, Istanbul, ma che non mostra una destinazione finale.
Lavoro condiviso e dialogo culturale
La struttura dello spettacolo prevede un lavoro condiviso con un gruppo di 12 uomini formato proprio a Istanbul. Le coreografie attingono a tecniche consolidate ma lasciano spazio a improvvisazioni guidate da suggestioni culturali ed emotive, originate dall’incontro tra tradizioni linguistiche e visive diverse. Questo intreccio mira a raccontare ciò che esiste prima di ogni forma, e solo con la creazione viene comunicato ufficialmente, come spiega lo stesso Palumbo.
Il progetto coinvolge curatori internazionali, Ezgi Bakcay e Vittorio Urbani, e si avvale di una produzione congiunta tra Ente Teatro Cronaca e l’associazione culturale veneziana Nuova Icona, per sottolineare il carattere transnazionale e il dialogo tra comunità artistiche differenti.
Riflessioni sul tempo e sulle connessioni umane nella performance
Expost non si limita a una semplice azione artistica ma assume valore di riflessione sulle dimensioni temporali che segnano la storia umana. Il titolo riporta al concetto di “ex post” inteso come qualcosa che si definisce solo dopo il fatto stesso, suggerendo una lettura della realtà che si aggiorna in base a eventi e percezioni successive.
Il tempo nelle relazioni e il presente digitale
La performance invita a considerare come nel passato e nel presente le relazioni si collocano in spazi temporali non lineari e mutabili. Il tempo ha un peso diverso nelle interazioni umane e la performance mette in scena questa complessità attraverso il dialogo di corpi e movimenti.
Inoltre, Expost guarda al presente, alla modalità con cui le persone si connettono in un mondo fortemente iperconnesso attraverso i social media. Qui si inserisce una critica alle relazioni virtuali, spesso basate su rappresentazioni di sé e su alterità costruite più che vissute. L’opera propone un confronto tra la profondità dell’incontro reale e le dinamiche superficiali delle comunicazioni digitali.
La tappa prevista a Napoli il 15 giugno presso la sala Assoli Moscato, nell’ambito del Campania Teatro Festival, testimonia la volontà di presentare l’opera in ambienti culturali diversi, per estenderne il dibattito e farlo dialogare con il pubblico italiano.
Mauro maurizio palumbo, un profilo tra performance e territorio
Mauro Maurizio Palumbo è un artista performer nato a Napoli, attivo da anni nella scena delle arti performative legate agli spazi pubblici e museali. La sua ricerca si focalizza sulla relazione tra corpo, architettura e ambiente, sperimentata in contesti storici di rilievo come Castel Sant’Angelo a Roma e diversi luoghi della città di Napoli, tra cui Palazzo Reale, il Museo Archeologico Nazionale e la Cappella Sansevero.
Ha portato avanti progetti in teatri e spazi simbolici, come il teatro Kursaal di Bari, mettendo in luce il rapporto tra memoria storica e contemporaneità attraverso la performance. Il suo lavoro si caratterizza per un approccio attento ai luoghi e al loro racconto, creando dialoghi che si sviluppano tra spazio e movimento.
Dal 2020 insegna all’Accademia di Belle Arti di Napoli e sta completando un dottorato di ricerca presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. La sua carriera include collaborazioni con il Ministero della Cultura per interventi volti a valorizzare il patrimonio nazionale attraverso linguaggi performativi, con l’obiettivo di ampliare la fruizione e la comprensione del patrimonio stesso.
Sguardo nazionale e internazionale
Palumbo continua a costruire il suo percorso artistico tra progetti nazionali e internazionali, mantenendo uno sguardo rivolto sia alle radici culturali italiane sia alle influenze che arrivano dagli ambienti artistici d’oltreconfine.