Fabio Roia: La violenza di genere è un crimine strutturale da combattere con urgenza

Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano, evidenzia l’urgenza di affrontare la violenza di genere come un problema culturale e sociale, richiedendo un cambiamento linguistico e interventi mirati per proteggere le vittime.
Fabio Roia3A La Violenza Di Gen Fabio Roia3A La Violenza Di Gen
Fabio Roia: La violenza di genere è un crimine strutturale da combattere con urgenza - Gaeta.it

Una riflessione importante sulla violenza di genere arriva da Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Roia ha sottolineato l’importanza di affrontare questo tema storico e sociale, senza lasciare spazio a giustificazioni inadeguate. I dati del tribunale milanese rivelano una preoccupante realtà, i numeri parlano chiaro: il problema della violenza sulle donne deve essere affrontato con serietà e senza ambiguità.

Un fenomeno storico e strutturale

Roia chiarisce che non sono gli immigrati a causare il problema della violenza di genere. Questo fenomeno affonda le radici nella storia e nella cultura, ed è definito da una serie di fattori sociali e strutturali. Negli ultimi dodici mesi, a Milano sono stati registrati 440 casi di condanna per reati legati alla violenza di genere, un 15% in più rispetto all’anno precedente. Gli italiani costituiscono il 62% delle 714 condanne totali, evidenziando come il problema non riguardi solo specifiche fasce della popolazione.

Nel 2024, il tribunale ha emesso oltre 798 anni di pene, e ha visto un aumento significativo delle misure cautelari, da 758 a 1.246, segnando un incremento del 64% in un anno. Un allarmante segnale che richiede azioni concrete al di là della semplice riconoscenza del problema, accentuando la necessità di una risposta giuridica ferma e ben strutturata.

La necessità di cambiare il linguaggio e la cultura

Un punto centrale dell’intervento di Roia è la necessità di un cambiamento nel linguaggio giuridico e nella cultura della violenza di genere. Secondo lui, la terminologia utilizzata nel sistema giudiziario può contribuire a una cattiva informazione e a una seconda vittimizzazione. Un esempio è la categoria giuridica della “diligenza del buon padre di famiglia”, la quale non rispecchia più i valori attuali e necessita di un aggiornamento radicale.

Roia sostiene che un cambiamento di linguaggio è fondamentale per una vera rivoluzione culturale, poiché il linguaggio forma le percezioni e le attitudini di chi vive queste dinamiche di violenza. Questo cambiamento è urgente, dato che quasi cento femminicidi si sono verificati in Italia quest’anno. I dati del Tribunale mostrano che la fascia d’età maggiormente colpita è quella tra i 26 e i 35 anni, seguita da quella tra i 36 e i 45 anni, confermando la necessità di interventi mirati per garantire la protezione di queste donne.

L’allerta sui minorenni vittime di violenza

Un aspetto particolarmente preoccupante è l’aumento dei minorenni coinvolti in situazioni di violenza domestica. Roia ha segnalato un incremento del 46% rispetto all’anno scorso, con 325 minorenni registrati come vittime. È cruciale affrontare il tema della violenza domestica, soprattutto per il benessere dei bambini esposti.

I minori che assistono a situazioni di violenza possono sperimentare traumi significativi, che possono influenzare profondamente la loro vita futura. Affrontare questo problema non significa solo punire i colpevoli, ma anche garantire che i minori ricevano supporto e protezione. Roia raccomanda di coinvolgere i centri anti-violenza e di fornire riferimenti adeguati per aiutare le famiglie a uscire da relazioni tossiche. Il supporto in questo contesto è fondamentale per interrompere il ciclo di violenza e per garantire una crescita sana ai bambini.

La responsabilità politica e sociale

Fabio Roia ha infine messo in evidenza una questione cruciale: la violenza di genere deve essere vista come un tema di civiltà. L’emergenza e il dibattito pubblico tendono a fluttuare, con troppi approcci giustificazionisti e ideologici. Secondo il presidente del tribunale, la violenza di genere richiede un impegno collettivo che trascenda le divisioni politiche, coinvolgendo ogni parte della società.

Il messaggio è chiaro: non esiste un approccio univoco o una soluzione semplice. La violenza di genere è un crimine grave e complesso, che va affrontato con una visione unitaria e con una strategia precisa. Solo così sarà possibile comunicare a chi compie tali atti che si tratta di un reato serio, paragonabile a crimini altrettanto inaccettabili. Questo è un passo fondamentale verso il cambiamento culturale necessario per costruire una società più giusta e rispettosa per tutti.

Ultimo aggiornamento il 24 Novembre 2024 da Sofia Greco

Change privacy settings