Fake news e animali: il segreto del loro successo sui social

Fake news e animali: il segreto del loro successo sui social

Fake news e animali Fake news e animali

Fake news e animali: perché funzionano così bene sui social

bufale su cani e gatti

Dai micini in pericolo ai leoni “troppo grandi per essere veri”: le fake news sugli animali sono tra le più virali. Ma cosa rende queste storie così affascinanti? In questo articolo esaminiamo i meccanismi psicologici, emotivi e di condivisione che trasformano un semplice post in un fenomeno da migliaia di like e retweet.


Appello alla tenerezza: gattini e cuccioli

  • Fascino immediato: Le immagini di cuccioli indifesi attivano istantaneamente l’empatia e la voglia di aiutare.
  • Le bufale più comuni: Falsi appelli di adozione urgente, foto di animali feriti prese da altri contesti o da vecchi post.
  • Come riconoscerle: Verificare la data e le fonti, cercando riscontri da associazioni di protezione animale.

Animali esotici e improbabili 

  • Esempi tipici: Foto di serpenti giganti in quartiere urbano, tigri che passeggiano in aree residenziali.
  • Perché funzionano: Il mix tra minaccia e curiosità genera un forte impatto emotivo, spingendo alla condivisione.
  • I segnali di frode: Immagini ritoccate, assenza di riferimenti precisi (luogo, data, testimoni).

Il “mostro di turno”: pesci e creature marine

  • Video e foto ingigantite: squali enormi o calamari mutanti vengono spesso rilanciati dai siti di gossip.
  • Effetto virale: Il mistero e la paura dell’ignoto generano un immediato interesse.
  • La soluzione: Confrontare le dimensioni reali con fonti scientifiche, come articoli di biologi marini o enti di ricerca.

Il fattore emotivo: generare reazioni forti 

  • Coinvolgimento personale: Le fake news sugli animali attingono alla sfera emotiva, perché tanti utenti amano cani e gatti come parte della famiglia.
  • Reazioni impulsive: La rabbia o la compassione spingono a condividere prima ancora di verificare l’autenticità della storia.
  • Il pericolo: Si diffondono notizie false che talvolta possono danneggiare davvero gli animali (es. adozioni fittizie, donazioni ingannevoli, allarmi su specie inesistenti).

Come difendersi dalle bufale “animal friendly” 

  • Controllare le fonti: Profili ufficiali di associazioni, veterinari riconosciuti, giornali online con reputazione solida.
  • Ricercare immagini originali: Usare la ricerca inversa (es. Google Images) per scoprire se la foto circola da anni e in altri contesti.
  • Educare alla cautela: Invitare amici e parenti a fare lo stesso, promuovendo uno spirito critico prima di cliccare su “Condividi”.

Le notizie false che coinvolgono gli animali sfruttano l’empatia umana e la forza virale dei contenuti carichi di emozioni. Riconoscerle non è difficile: basta un pizzico di attenzione e la giusta dose di verifica delle fonti. Solo così potremo evitare di alimentare involontariamente la disinformazione a scapito dei nostri amici animali… e della verità.

Leggi di più sulle nostre curiosità, rimanendo aggiornato su Gaeta.it

Ultimo aggiornamento il 9 Gennaio 2025 da Fabio Belmonte

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