La tragica scomparsa di Ramy Elgaml, un ragazzo di appena 19 anni, ha scosso profondamente la comunità. Il giovane ha perso la vita il 24 novembre durante un inseguimento con i carabinieri che ha portato alla sua caduta da uno scooter. A fronte di questa drammatica situazione, i familiari si trovano ora nella difficile posizione di dover affrontare non solo il dolore, ma anche l’incertezza sugli eventi che hanno portato alla sua morte. L’avvocata Barbara Indovina, legale della famiglia, ha recentemente rilasciato alcune dichiarazioni che mettono in luce la loro frustrazione e la ricerca di risposte.
Il dramma della mancanza di informazioni
L’avvocata Indovina ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla mancanza di informazioni disponibili. Dopo oltre tre settimane dall’accaduto, riferisce di non avere ancora una chiara spiegazione su cosa sia realmente successo quella sera. Non essendoci verbali disponibili, ha solo ricevuto due avvisi di accertamenti tecnici. La mancanza di accesso a questi fondamentali documenti non solo complica le indagini, ma anche il compito di dare risposte ai genitori di Ramy, che hanno diritto a conoscere la verità sulla morte del loro figlio.
L’avvocato ha affermato che “non è giusto che informazioni così importanti vengano riservate a pochi, mentre noi, che siamo i familiari diretti, non abbiamo accesso a nulla”. Questa situazione ha reso ancora più difficile per la famiglia elaborare il lutto, così come capire le cause e la dinamica dell’incidente. Le parole dell’avvocato rivelano una situazione in cui la giustizia sembra rallentata, lasciando i genitori di Ramy in uno stato di angoscia e incertezza.
La richiesta formale alla procura di Milano
Oggi, l’avvocata Indovina ha ufficialmente presentato una istanza alla Procura di Milano richiedendo l’accesso a video e documenti legati all’inchiesta. La richiesta è stata motivata da un recente sviluppo: un filmato mostrato durante una trasmissione televisiva, realizzato con una dash cam dei carabinieri, che ritrarrebbe parte dei tragici eventi. Questo materiale, però, è arrivato ai familiari solo attraverso le immagini in tv, sollevando un ulteriore senso di impotenza e frustrazione.
“Riteniamo di avere il diritto di vedere queste immagini per poter capire meglio. Restare all’oscuro non serve a nessuno, e noi vogliamo aiutare i genitori a trovare un po’ di pace”, ha sottolineato l’avvocata. La richiesta di accesso agli atti rappresenta non solo un passo legale, ma anche una necessità emotiva per la famiglia. Hanno bisogno di chiarimenti e dettagli sull’accaduto per poter affrontare la situazione in modo più consapevole.
In un momento drammatico come questo, è fondamentale che la giustizia faccia il suo corso e che i familiari di Ramy possano ricevere le risposte che desiderano e meritano.
Ultimo aggiornamento il 13 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina